Generali potrà salire fino al 30% del capitale di Cattolica ma “gli acquisiti in questione non consentirebbero” alla compagnia triestina “di avvalersi, in un momento successivo, di esenzioni fondate su cause indipendenti dalla volontà dell’acquirente qualora i suddetti acquisti azionari si rivelassero ex post determinanti – ossia, non marginali – per il successivo superamento di soglie rilevanti”.
Lo precisa, secondo quanto riporta Radiocor, la Consob, rispondendo a una domanda, riportata nel bollettino quindicinale (con i nomi delle due società oggetto di omissis), in cui Generali chiede chiarimenti in merito all’applicabilità delle esenzioni in materia di Opa.
Il primo chiarimento riguarda l’inoptato dell’aumento di capitale di Cattolica. “Con specifico riguardo all’eventuale superamento della soglia rilevante ai fini Opa” da parte di Generali “a seguito della mera sottoscrizione delle azioni spettanti in opzione nell’ambito dell’aumento di capitale in opzione, si ritiene applicabile ipso iure l’esenzione per esercizio di “diritti originariamente spettanti” per “cause indipendenti dalla volontà’.
La seconda precisazione fa riferimento agli effetti di possibili “acquisti sul mercato ovvero nel contesto dell’aumento di capitale in opzione”. In merito la Consob spiega che “con specifico riferimento all’effetto di ulteriori acquisti azionari infra-soglia sulle esenzioni eventualmente già applicate, si rappresenta che, di norma, nella disciplina dell’Opa obbligatoria, una volta superata una soglia rilevante e applicata un’esenzione, gli eventuali acquisti successivi non assumono rilevanza in relazione alla stessa esenzione.
Infatti, tale disciplina, una volta superata la soglia Opa in esenzione, non pone ulteriori vincoli all’acquisto se non al superamento di un’altra soglia”.
Intorno alle 14:50 a Piazza Affari il titolo Generali guadagnano l’1,3% a 17,25 euro, mentre le azioni Cattolica segnano un rialzo dell’1,1% a 5,06 euro. L’indice di settore sale dell’1,1 per cento.