Il bilancio di sostenibilità redatto da ICF evidenzia come le tematiche ESG ricoprano un ruolo di primaria importanza nella strategia del Gruppo, fortemente integrate all’interno del modello di business. I valori etico-sociale e la tutela dell’ambiente sono da tempo obiettivi che ispirano l’attività del gruppo a tutti i livelli dell’organizzazione, attraverso una visione condivisa con tutti gli stakeholders. Un impegno virtuoso che si traduce anche in un chiaro vantaggio competitivo, alla luce del quadro normativo sempre più stringente che interessa l’industria chimica.
Il bilancio di sostenibilità redatto da ICF evidenzia come le tematiche ESG ricoprano un ruolo di primaria importanza nella strategia del Gruppo, fortemente integrate all’interno del modello di business. I valori etico-sociale e la tutela dell’ambiente sono da tempo obiettivi che ispirano l’attività del gruppo a tutti i livelli dell’organizzazione, attraverso una visione condivisa con tutti gli stakeholders. Un impegno virtuoso che si traduce anche in un chiaro vantaggio competitivo, alla luce del quadro normativo sempre più stringente che interessa l’industria chimica.
“In Industrie Chimiche Forestali abbiamo fatto dell’integrazione della sostenibilità economica, ambientale e sociale nel business il nostro punto di forza, dimostrando sul mercato una migliore capacità di essere competitivi, oltre che dinamici e flessibili”.
È con queste parole che Guido Cami, Presidente e Amministratore Delegato di ICF, conclude la lettera agli Stakeholder per presentare il Bilancio di sostenibilità 2020, confermando l’attenzione alle tematiche ESG che permea l’azienda a tutti i livelli.
Il Gruppo, attivo nella progettazione, produzione e commercializzazione di adesivi e tessuti ad alto contenuto tecnologico per il mercato automobilistico, calzaturiero, della pelletteria, del mobile imbottito, dell’imballaggio flessibile e industriale, è infatti da tempo impegnato nell’operare in modo sicuro e responsabile, promuovendo una riduzione del proprio impatto ambientale.
“Questa attenzione all’ambiente ha portato l’azienda a proporre alla propria clientela prodotti sempre più ecocompatibili senza pregiudicarne la funzionalità e le prestazioni. Lavoriamo infatti da anni sulla sostituzione delle sostanze pericolose presenti nella formulazione dei nostri prodotti e sullo sviluppo di adesivi ecocompatibili e a basso contenuto di VOC, sfidando metodi di lavoro e tecnologie consolidate nel tempo” spiega Cami.
Un impegno che riguarda i 150 dipendenti dell’organizzazione a tutti i livelli, dagli operai al top management, condividendo gli obiettivi di sostenibilità per creare una cultura d’impresa, migliorando al tempo stesso le performance aziendali in termini di salute e sicurezza dei lavoratori e di tutela ambientale.
Il tutto partendo da una solida governance che si pone tra i propri obiettivi quello di sensibilizzare e comunicare in modo trasparente i valori etico-sociali a cui il Gruppo si ispira, oltre a definire i principi fondamentali, le regole comportamentali e le responsabilità all’interno del Gruppo stesso.
Il bilancio di sostenibilità 2020
ICF ha deciso di continuare il proprio percorso di sostenibilità attraverso la redazione della prima revisione del Bilancio di Sostenibilità con l’obiettivo di rafforzare e rendere sempre più trasparente la propria comunicazione verso gli stakeholders e di raccontare le principali informazioni e iniziative relative agli aspetti ambientali, sociali ed economici che caratterizzano il Gruppo da oltre 100 anni.
Proprio il responsabile HSE, l’Ing. Vincenza Farina, spiega i principi alla base del Bilancio, redatto secondo quanto previsto dai Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards (GRI Standards), gli standard di rendicontazione di sostenibilità i cui principi e indicatori di riferimento risultano i più diffusi e applicati a livello internazionale.
“Partendo dalla matrice di materialità, abbiamo individuato i temi che abbiamo ritenuto essere importanti per la nostra organizzazione e su cui concentrare la rendicontazione, dando maggiore enfasi, rispetto al primo bilancio 2019, agli aspetti associati alla conformità normativa e agli impatti ambientali derivanti dai processi produttivi: compliance ambientale, rifiuti, consumi e scarichi idrici, emissioni inquinanti, energia e cambiamenti climatici.”
A ciò si aggiungono tutti i temi legati alla sostenibilità delle materie prime e dei prodotti e al loro utilizzo, alla catena di fornitura (valutazione sociale e ambientale dei fornitori) e ai rapporti del gruppo con i propri dipendenti rafforzando il forte senso di appartenenza e di squadra.
“Per raggiungere tali obiettivi, l’azienda si è da tempo dotata di sistemi di gestione certificati in materia ambientale e di sicurezza sul lavoro e formalizzato un piano di formazione annuale sui temi in oggetto, sensibilizzando tutti i dipendenti” dichiara Farina.
“Ci siamo inoltre dotati di indicatori di performance e di verifiche interne per assicurare la conformità ed il controllo operativo. Sono stati individuati degli indicatori di processo che sono monitorati mensilmente al fine di rendicontare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, altro aspetto importante per un maggiore coinvolgimento dei lavoratori”.
La sostenibilità del processo produttivo
Il senso di responsabilità del Gruppo per la salvaguardia dell’ambienta si declina innanzitutto nell’attenzione rivolta alla sostenibilità dei processi produttivi, in un’ottica di miglioramento continuo delle performance ambientali e di riduzione degli impatti inquinanti.
Dal punto di vista dei processi produttivi, “monitoriamo quelli che riteniamo essere dei parametri fondamentali, facendo una valutazione che riguarda aspetti quali il consumo di materie prime e di risorse idriche, la produzione di rifiuti, gli scarichi idrici, l’emissione di sostanze inquinanti e i consumi energetici”.
Da oltre vent’anni, il Gruppo ha concretizzato il proprio impegno ambientale aderendo al progetto di Federchimica “Responsible Care”, che promuove lo Sviluppo Sostenibile dell’Industria Chimica, e implementando un Sistema di Gestione Ambientale.
A ciò si è aggiunta l’adesione volontaria al Regolamento EMAS, strumento creato dalla Comunità europea attraverso il quale le organizzazioni possono valutare e migliorare le prestazioni ambientali e fornire ai portatori d’interesse informazioni sulla gestione ambientale delle proprie attività.
A livello di prodotti, ICF si è impegnata nella promozione di adesivi solvent less o base acqua, a discapito degli adesivi al solvente. “Nel corso degli ultimi 5 anni la quantità di prodotti solvent less e base acqua è cresciuta di oltre il doppio rispetto al quinquennio precedente andando a raggiungere la percentuale di oltre il 40% degli adesivi venduti”.
Altra importante iniziativa promossa dalla società riguarda il contenimento del quantitativo di rifiuti smaltiti, per cui è attiva una campagna di recupero e riciclaggio di carta, cartone e plastica, con l’obiettivo di ridurre del 15% la carta circolante in azienda.
Il trend relativo al triennio 2018-2020 mostra una riduzione progressiva dei rifiuti prodotti (meno 15% dal 2018 al 2019 e meno 21% dal 2019 al 2020), a fronte di una più attenta gestione interna e interventi di miglioramento in alcune aree.
L’attenzione alla scelta dei materiali
Come detto, il Gruppo produce ed esporta in tutto il mondo prodotti tecnici per incollare e rinforzare calzature, pelletteria di ogni genere e manufatti industriali, prodotti quindi “invisibili”, ma presenti ovunque, tanto che lo slogan dell’azienda risulta essere “Siamo invisibili. Siamo ovunque”.
Gli adesivi sono ormai presenti in moltissimi settori, da quello automobilistico, a quello delle calzature, dei tessuti, della pelletteria, dell’arredamento e dell’imballaggio flessibile, a quello della plastificazione della carta ed in moltissime altre applicazioni industriali.
ICF si contraddistingue per gli elevati standard qualitativi di prodotto, merito delle accurate verifiche eseguite sulle materie prime in ingresso, dei rigorosi controlli del processo di produzione e delle analisi condotte sui prodotti finiti.
“L’industria chimica ha visto da un lato un notevole incremento della complessità della normativa europea sull’utilizzo di determinate sostanze, e dall’altro la sempre maggiore attenzione dei clienti sul contenuto dei prodotti” spiega il responsabile HSE.
“Per quanto riguarda i prodotti, abbiamo una forte attenzione alla scelta dei materiali. ICF si rivolge a fornitori storici, con cui ha ormai instaurato un rapporto stabile e di fiducia, pretendendo da tutti indistintamente elevati standard qualitativi”.
Ogni anno, i fornitori vengono valutati sulla base delle performance di qualità, tra cui la presenza di un Sistema di Gestione per la Qualità in accordo con le norme ISO 9000 e della sua eventuale certificazione, la definizione di funzioni, controlli e laboratori dedicati alla verifica della qualità, e la gestione delle anomalie e dei reclami da parte dei clienti
In particolare, ICF si impegna costantemente nell’utilizzo di materiali rigenerati e riciclati per suoi prodotti, in particolare in quelli destinati al settore calzaturiero e della pelletteria.
A testimonianza di ciò, “nel 2020 abbiamo ottenuto le certificazioni GRS e Oeko-Tex Standard 100 per alcuni tessuti impregnati che soddisfano una serie di criteri legati al riciclaggio e allo sviluppo responsabile e sostenibile nel settore tessile”.
“Abbiamo inoltre – prosegue Farina – la certificazione FSC che garantisce la provenienza del prodotto da una foresta e da una filiera di approvvigionamento gestita in modo responsabile, mentre nel 2019 abbiamo sviluppato una nuova linea di tessuti di rinforzo per il settore calzaturiero e della pelletteria chiamata Forebio Prime da fibre artificiali e lattici aventi come origine fonti rinnovabili ed ecosostenibili”.
Infine, un’attenzione particolare viene riservata alla scelta del packaging dei prodotti, con l’acquisto di imballaggi costituiti da materiale rigenerato nel pieno rispetto delle linee guida CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi).
Il contesto normativo
Oltre a una questione di responsabilità etica, l’attenzione all’attenzione alle tematiche ESG rappresenta anche un aspetto da tenere in considerazione alla luce di una normativa sempre più stringente del comparto in chimico.
È evidente che c’è stato un incremento notevole della complessità della regolamentazione emanata a livello europeo, ponendo una sempre maggiore attenzione alle sostanze contenute nei prodotti che si vanno a vendere” dichiara Farina.
Ciò ha portato i clienti a richiedere sempre più certificazioni e informazioni normative relative ai prodotti, per essere al passo con la normativa vigente, in un trend che nel lungo periodo andrà a penalizzare e progressivamente ad allontanare dal mercato e ad escludere le aziende che non si adegueranno alle normative volte a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente.
Appare evidente, quindi, che società come ICF, che fanno dell’attenzione alla sostenibilità un punto chiave della propria strategia, presentino un chiaro vantaggio competitivo, avendo già fatto propria una cultura virtuosa.
“ICF si è adoperata da tempo per affrontare il processo di transizione ecologica in maniera volontaria, non perché siamo obbligati ma perché riteniamo sia doveroso in termini etici prima ancora di essere compliant con quello che la legge prevede” conferma l’AD, Guido Cami.
“Nella nostra filosofia la certificazione è obbligo etico e morale prima ancora che diventi obbligo di legge”.
Se da una parte un’eccessiva complicazione legislativa e l’imposizione di restrizioni sempre più difficili da rispettare possono rappresentare una fonte di rischio nei prossimi anni, dall’altra “vediamo l’opportunità di ottenere maggiori fette di mercato promuovendo attività e comportamenti orientati alla tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti, dei consumatori e dell’ambiente”.
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