“L’irreversibile processo di trasformazione digitale della società, accelerato dalla emergenza pandemica ancora in corso, ha reso improcrastinabile un’analoga trasformazione della Pubblica Amministrazione. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione si impone oggi come obiettivo prioritario per garantire ai cittadini e alle imprese servizi pubblici di maggiore qualità, efficienza ed efficacia, oltre che per creare nuove opportunità di sviluppo per l’economia digitale del Paese. In questo processo trasformativo, il ricorso al Cloud Computing, o Cloud, riveste un ruolo centrale in ragione delle sue caratteristiche abilitanti per la semplificazione e ottimizzazione della gestione delle risorse IT, la riduzione dei costi, e l’introduzione di nuove tecnologie digitali”.
Questa la descrizione con cui si apre la Strategia Cloud Italia, elaborata dal Ministero dell’innovazione tecnologica e transizione digitale, con l’obiettivo di fornire l’indirizzo strategico per l’implementazione e il controllo delle soluzioni Cloud nella Pubblica Amministrazione. Progetto a cui il governo intende destinare 1,9 miliardi dei 6,7 miliardi previsti per il percorso di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
La strategia presentata la scorsa settimana dal Ministro Colao vede tra le sue direttrici fondamentali la creazione di un Polo Strategico Nazionale (PSN), ovvero di un’infrastruttura che possa erogare servizi cloud, con una gestione autonoma da fornitori extra UE. Il secondo obiettivo prevede l’iter di qualificazione dei fornitori di Cloud pubblico e dei loro servizi per garantire che le caratteristiche e i livelli di servizio dichiarati siano in linea con i requisiti di sicurezza e affidabilità. La terza direttrice riguarda invece lo sviluppo di una metodologia di classificazione dei dati e dei servizi gestiti dalle pubbliche amministrazioni, per permettere una migrazione di questi verso la soluzione Cloud più opportuna (PSN o Cloud pubblico qualificato).
La nascita del Polo Strategico Nazionale ha ovviamente catturato l’interesse delle principali realtà italiane attive nel settore, tra cui anche Sourcesense, che lo scorso mese ha annunciato la propria partecipazione, in qualità di socio fondatore, al neocostituito Consorzio Italia Cloud. Quest’ultimo riunisce alcune delle più importanti realtà italiane attive nel Cloud Computing, unite dall’obiettivo di valorizzare le competenze del Paese e proporre soluzioni in grado, tra l’altro, di preservare la sovranità nazionale del dato digitale.
Contattato da Market Insight, Marco Bruni – Presidente e Amministratore Delegato di Sourcesense, nonché consigliere del Consorzio recentemente costituito – ha sottolineato fin da subito le impressioni positive verso la presentazione effettuata dal Ministro Colao, indicando come “da quello che abbiamo potuto apprendere la strategia per il cloud nazionale va nella giusta direzione, visto che pone l’accento sull’autonomia tecnologica italiana e la sicurezza dei dati, in linea con quelle che erano le nostre preoccupazioni e sollecitazioni. Occorrono senz’altro indicazioni tecniche più precise per poter dare una valutazione dettagliata, ma è intenzione del Consorzio presentare una proposta globale e in linea con i migliori standard di sicurezza internazionali, che valorizzi le competenze delle aziende italiane del settore, nel pieno rispetto delle linee guida che saranno comunicate dal MITD”.
Nel corso dell’intervista Bruni si è soffermato proprio sull’importanza della sovranità digitale del dato per il Consorzio Italia Cloud, il quale ritiene “fondamentale garantire la massima sicurezza dei dati riguardanti tutti i cittadini ed evitare di mettere in mano a soggetti esteri questo patrimonio. Player di primo piano attivi a livello nazionale stanno manifestando il loro interesse avvalendosi della collaborazione di giganti americani, leader mondiali del settore, che sono soggetti al Cloud Act statunitense, il quale potrebbe consentire al governo americano l’accesso ai dati delle amministrazioni e dei cittadini italiani”.
Tema preso seriamente in considerazione anche dal governo italiano, come indicato anche nel paragrafo dedicato al “Controllo sui Dati” nella recente presentazione che recita: “La gestione dei servizi Cloud da parte di fornitori di paesi extra UE pone un rischio sistemico aggiuntivo dovuto alla normativa in essere in tali paesi. Come noto, legislazioni extra UE possono portare, previa sussistenza delle previste circostanze, alla richiesta unilaterale al fornitore dei servizi Cloud di fornire l’accesso ai dati presenti sui sistemi. Tali fattispecie comportano la possibilità, per uno Stato estero (o Paese Terzo), di accedere a dati (o flussi di dati) particolarmente sensibili e strategici per i cittadini e le istituzioni italiane. In tale ottica è necessario, nell’ambito della strategia, determinare in modo chiaro, attraverso una procedura di classificazione, le tipologie di dati che potranno essere gestiti da un fornitore extra UE attraverso un Cloud pubblico e quali dati invece avranno bisogno di essere gestiti da un fornitore Cloud che soddisfi specifici requisiti di sicurezza per abbattere il rischio che questi dati siano accessibili anche a governi di Paesi Terzi. La gestione di tali rischi, necessariamente, ha risvolti non soltanto tecnologici ma anche impatti geopolitici sulla scena internazionale che dovranno essere opportunamente considerati”.
“Condividendo l’obiettivo del Governo di rendere cloud native tutti i servizi della P.A., ha aggiunto inoltre Bruni, “la strategia di realizzazione del PSN deve prevedere un’attenta valutazione di dati e servizi già disponibili, catalogandoli, mettendoli in sicurezza, federandoli, aggregandoli e rendendoli più facilmente fruibili dai cittadini. Questo non necessariamente significa sostituire l’infrastruttura, in linea con gli indirizzi già adottati da altri paesi europei”.
“L’obiettivo dell’Unione Europea con l’approvazione dei PNRR consiste nell’alimentare la ripresa delle economie dei singoli paesi valorizzando le competenze presenti e stimolando la crescita del mercato interno. È questa l’ottica con cui è nato il nostro Consorzio, che per sua natura è aperto e destinato a crescere, considerando anche le diverse richieste di adesione ricevute. L’obiettivo è proprio questo: polarizzare le competenze e le eccellenze italiane per supportare il governo in questo obiettivo che ci sembra andare nel complesso nella direzione indicata dall’Europa. Il consorzio è formato da realtà con competenze variegate sui diversi aspetti, dall’infrastruttura, alla sicurezza, alla migrazione di dati e servizi. Un mix di competenze visibili anche sul mercato che possono dare il loro contributo, in questa prima fase di indirizzo, nonché nelle fasi successive”.
Secondo il Presidente e Amministratore Delegato di Sourcesense, l’offerta cloud disponibile sul mercato (in particolare quella dei player globali) presenta una ulteriore criticità legata al modello economico: “dobbiamo tenere conto che l’infrastruttura fornita sarà tariffata attraverso un canone che dovrà essere pagato continuativamente anche quando saranno esaurite le risorse del PNRR, la maggior parte delle quali sono finanziamenti a tassi agevolati che dovranno essere restituiti. Solitamente questo tipo di infrastrutture consente una tariffazione pay-per-use, caratteristica che non sarà possibile sfruttare perché in gran parte i servizi in essere nella Pubblica Amministrazione non sono cloud native. Questo comporterà un uso inefficiente dell’infrastruttura con un conseguente maggiore costo a vantaggio del fornitore della stessa. Se, al contrario, si volessero ristrutturare i servizi per renderli cloud native e quindi adeguati ad un consumo di risorse pay-per-use ciò comporterebbe uno sforzo significativo di reingegnerizzazione, con tempi e costi difficilmente compatibili con gli orizzonti temporali del PNRR”. Esistono altri approcci, nel rispetto delle indicazioni del Governo, che consentono un uso più efficiente ed efficace delle risorse tecniche e finanziarie disponibili e che saranno oggetto delle nostre proposte.
Infine, in attesa di conoscere ulteriori dettagli del bando, ricordiamo che l’attuale strategia prevede la pubblicazione del bando di gara nel 2021 e la successiva aggiudicazione e realizzazione prima della fine del 2022. Contestualmente il prossimo anno sarà avviata la migrazione della P.A. verso il PSN, la cui conclusione è prevista entro la fine del 2025.
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