Mercati Asiatici – Evergrande e la crisi energetica pesano sulla Cina, tiene il Giappone

Seduta mista per i principali listini asiatici dopo la chiusura poco mossa dello scorso venerdì a Wall Street, con il sentiment del mercato in parte frenato dalla difficile situazione del colosso immobiliare Evergrande e dalla crisi energetica in Cina.

Evergrande, con in capo 305 miliardi di dollari di debiti, è a corto di liquidità e il mercato teme che un eventuale default possa portare rischi sistemici per il sistema finanziario cinese, con un effetto contagio in tutto il Mondo.

Lo scorso giovedì il colosso avrebbe dovuto staccare 83,5 milioni di dollari in interessi obbligazionari. È ora previsto un periodo di 30 giorni di grazia prima che possa essere dichiarato il default.

Mercoledì 29 settembre è in scadenza la cedola di un altro bond in dollari del colosso immobiliare, su cui devono essere corrisposti 47,5 milioni sull’emissione di marzo 2024.

Secondo rumor, il governo avrebbe avvertito di “prepararsi alla possibile tempesta”, sottolineando che le agenzie pubbliche locali e le imprese statali interverranno intervenire solo in extremis nel caso in cui Evergrande non fosse in grado di gestire gli eventi in modo ordinato.

Secondo quanto si apprende da Bloomberg, il governo cinese ha aumentato la supervisione sui conti bancari del colosso immobiliare per impedire che fondi stanziati per i progetti di edilizia abitativa siano diretti verso i creditori. Pechino vuole che la liquidità rimasta in cassa venga in primis utilizzata per garantire la consegna degli immobili e non per ripagare i possessori dei bond e delle gestioni patrimoniali.

Per fronteggiare i possibili impatti legati a suddetta situazione, la settimana scorsa la People’s Bank of China ha iniettato 460 miliardi di yuan (71 miliardi di dollari) di liquidità nel sistema bancario. Altri 15 miliardi di dollari (100 miliardi di yuan sono stati iniettati oggi).

In Cina le vendite colpiscono in particolare i titoli legati al settore energetico, a causa dell’intensificarsi della crisi energetica nelle ultime settimane. Pechino ha promesso di risolvere le carenze di fornitura e di frenare l’aumento dei prezzi con l’avvicinarsi della stagione di picco del consumo invernale.

Le restrizioni sull’energia causate dagli obiettivi di emissione di carbonio di Pechino e l’aumento dei prezzi del carbone a causa della carenza di questa materia prima hanno interrotto la produzione in alcune aziende. Anche i settori ad alta intensità energetica, risorse, metalli non ferrosi e prodotti chimici sono oggetto di vendite.

In Giappone, i listini sono sostenuti da un lato dalle prospettive di ripresa economica a seguito del significativo calo dei contagi da Covid-19 e dalle aspettative di una nuova leadership politica, e frenati dai realizzi dall’altro.

Gli acquisti premiano i titoli ciclici, che beneficerebbero di una ripresa economica dopo lo stop causato dal Covid-19, poiché il Paese prevede di revocare misure di emergenza questa settimana, dopo la difficile situazione vissuta nello scorso mese di agosto.

Il ministro della salute giapponese ha detto che la situazione dell’infezione da Covid-19 della nazione sta migliorando in modo tale che le condizioni di emergenza potrebbero presto essere revocate nella maggior parte del Paese.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,1712 e il dollaro/yen a 110,70. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,2%) a 78,19 dollari al barile e il Wti (+1,3%) a 74,95 dollari al barile. Oro a 1.756,85 dollari l’oncia (+0,3%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1,1% e l’1,4 %. Hong Kong a +0,4%.

In Giappone, il Nikkei viaggia sulla parità (0,0%) e il Topix segna una flessione dello 0,1 per cento,

Il tutto dopo la seguente chiusura di venerdì a Wall Street: Nasdaq (0,0%), S&P 500 (+0,1%) e Dow Jones (+0,1%).