Nell’ultima settimana l’indice Infrastrutture Italiane ha guadagnato l’1,3%, sottoperformando il principale indice di Milano (+1,7%) e il corrispondente indice settoriale europeo (+2,5%).
Ottava positiva per Inwit (+3,9%) che ha archiviato una performance ampiamente superiore al -0,2% dell’altra Big Cap, Atlantia. Il Cda di quest’ultima ha deliberato la cessazione dell’attività di direzione e coordinamento della Società nei confronti delle proprie controllate operative Autostrade per l’Italia (ASPI), Aeroporti di Roma (ADR), Telepass e SPEA Engineering (SPEA). Tra le altre notizie riguardanti Atlantia, la controllata Abertis ha raggiunto un accordo con il Governo Cileno per un grande progetto di investimenti da oltre 300 milioni di euro.
ENAV (-0,1%). Sono arrivati nuovi segnali di progressiva normalizzazione per il traffico aereo in Italia: dalla lettura dei dati di Eurocontrol, organizzazione europea per la sicurezza del traffico aereo, si apprende che nel mese di settembre 2021 le rotte di sorvolo dello spazio aereo italiano (con o senza scalo) hanno registrato un incremento dell’82,3% su base annua e una flessione contenuta al 27,2% rispetto a settembre 2019 (quindi pre-Covid). Sempre con riferimento a ENAV, quest’ultima insieme a tutte le Organizzazioni Sindacali, nell’ambito dell’Organismo Paritetico di Garanzia, ha firmato un documento programmatico che pone le basi per accompagnare la transizione digitale del gruppo in modo sostenibile, professionalizzando le risorse interne e favorendo l’ingresso di ulteriore personale esterno per assicurare la realizzazione dei progetti strategici.
In vetta alle Small Cap e migliore performer del comparto, FNM (+11,1%) che ha concluso con successo il collocamento di un prestito obbligazionario non convertibile c.d. senior unsecured per 650 milioni con durata 5 anni, il quale rappresenta l’emissione inaugurale del programma di emissione di prestiti obbligazionari non convertibili a medio termine (Programma EMTN) fino a un miliardo. Il collocamento ha registrato grande interesse, con ordini per 2,3 miliardi (pari a 3,5 volte l’ammontare offerto) provenienti da un gruppo diversificato di investitori istituzionali nazionali ed internazionali.