Banco Bpm – Castagna: “Carige operazione troppo piccola, Mps mai presa in considerazione”

“Fare fusioni è complicato, non le apprezzano in molti, in primis a volte anche il mercato” e un’eventuale acquisizione di Carige “sarebbe un’operazione molto piccola, ci impiegherebbe molto tempo per crescere molto poco”.

Lo ha affermato nel corso della conferenza stampa relativa alla presentazione del nuovo piano strategico Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm.

“Purtroppo le dimensioni di Carige non ci consentirebbero di fare un’operazione di trasformazione della banca. Non cambierebbe niente in termini di nostra posizione sul mercato, in più in Liguria noi siamo la seconda banca e in queste trattative noi siamo anche azionisti del FITD, quindi diventa ancora più complicato, non ci attira”, ha aggiunto il manager.

In merito a Mps, il Ceo ha spiegato che l’operazione non è mai stata presa in considerazione per i “numeri importanti” e perché interessata a “opportunità di confrontarsi con banche già risanate”.

“Non ce la sentivamo di entrare in un’operazione così complicata sia come dimensioni sia come asset, mentre UniCredit ha ben altra taglia per poter affrontare un’operazione del genere. Non l’abbiamo guardata perché non ci sembrava possibile per le nostre dimensioni, ma abbiamo sempre detto che eravamo disponibili a esaminare alcune aree geografiche particolari, in caso si fosse deciso di non fare una vendita one-off”, ha precisato Castagna.

“Sono molto rispettoso del lavoro che sta facendo il Governo, è un azionista molto ben preparato. Noi, in tempi non sospetti, avevamo dato disponibilità se ci fosse stato da guardare a singole parti. In termini di un nostro contributo generico, ma non di un interesse specifico a fare quell’operazione”, ha proseguito l’Ad.

“Abbiamo voluto ricordare al mercato che questa banca può valere stand alone e potrà valere fino a un miliardo di utile in tre anni di tempo. Se qualcuno ci compra mica facciamo le barricate ma se qualcuno ci vuole comprare dovrà pagarci il prezzo giusto”, ha poi affermato il Ceo.

“Io credo che terzo polo sia nell’interesse del Paese ma il mio lavoro è creare valore per gli azionisti e se il massimo valore è in un’acquisizione ben pagata, ben venga. Poi su dove sia il maggior interesse per l’Italia ognuno fara’ le sue valutazioni”, ha aggiunto il manager.

“I driver che devono spingere il consolidamento sono la redditività e la crescita dei ricavi, non le Dta, che sono una cosa in più, ma non la cosa principale. Io ho tentato in molti modi di stimolare i colloqui perché sono convinto che ci sono tantissime sinergie da estrarre; ora abbiamo tutti l’opportunità di guardare al nostro interno e capire se continuar. Non saranno le Dta a dare la risposta”, ha spiegato Castagna.