Nelle sedute dal 10 al 14 gennaio il Ftse Italia Tecnologia ha chiuso a -3,4% rispetto al -1,3% dell’Euro Stoxx Tecnologia e al -0,3% del Ftse Mib.
In settimana l’attenzione si è focalizzata sui dati americani relativi ai prezzi al consumo, che a dicembre hanno mostrato un’accelerazione ai massimi da 40 anni, oltre che sulle parole di alcuni esponenti della Fed, tra cui il presidente Jerome Powell, che hanno consolidato l’aspettativa di tre o quattro rialzi dei tassi di interesse nel 2022. Improbabile, invece, un intervento restrittivo della Bce, che prevede un’accelerazione della crescita, attualmente in corso di moderazione, e un’inflazione oltre il 2% per gran parte del 2022. Venerdì è cominciata la nuova stagione di trimestrali negli Usa.
Tornando a Piazza Affari e al comparto tech, Stm termina i cinque giorni a -3,2%, appesantita dal sell-off sui tecnologici in scia alla prospettiva di tassi più alti, nonostante le indicazioni positive di TSMC sulla domanda di microchip.
In ribasso anche la tlc Telecom Italia (-0,7%), che riunirà il Cda il 21 gennaio per la nomina del nuovo Ad.
Tra le mid cap, sprofonda SECO (-22,1%) che ha comunicato l’andamento dei ricavi pre-chiusura del 2021, in linea con la guidance.
Reply ha rafforzato la presenza sul mercato statunitense con la duplice acquisizione di Enowa e The Spur Group, mentre Sesa ha reso noto di non essere più qualificabile come “PMI”.
Fra le aziende a minor capitalizzazione avanza soprattutto Digital Bros (+7,8%). In calo Gpi (-5,8%), che in consorzio con la società maltese Ptl ha vinto la gara per la manutenzione del Sistema Informativo Schengen della Polizia di Malta.
Bene TAS (+1,4%) che ha ottenuto le autorizzazioni necessarie per l’acquisizione di GUM International e 2BP da parte di Gilde Buy Partners.