Mercati Usa – Previsto avvio in calo, Nasdaq a rischio bear market

I futures sull’azionario Usa scambiano in forte calo, preannunciando una partenza in rosso a Wall Street dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di ordinare un attacco militare in Ucraina alimentando un clima di avversione al rischio sui mercati.

Chiusura in ribasso ieri per i principali indici americani, che hanno accelerato al ribasso nel finale e con il listino tecnologico che rischia di scivolare in un bear market. Il Nasdaq ha perso il 2,6%, lo S&P 500 l’1,8% e il Dow Jones l’1,4%.

L’attacco russo nel Donbass ha affondato il sentiment sui mercati, penalizzando l’azionario in favore dei beni rifugio e facendo impennare i prezzi delle materie prime a cominciare dal petrolio, con Brent e Wti tornati sopra quota 100 dollari per la prima volta dal 2014.

In forte rialzo anche i metalli come alluminio, nickel e palladio di cui la Russia è grande produttrice e che già in passato sono stati al centro delle sanzioni internazionali verso Mosca.

Kiev ha definito la mossa della Russia “un’invasione su larga scala” e ha annunciato la legge marziale, mentre il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che imporrà sanzioni severe contro Mosca.

Un’escalation delle tensioni che rappresenta un’ulteriore sfida per il recupero dell’economia globale, già alle prese con l’elevata inflazione e la prospettiva di un minor supporto da parte delle banche centrali.

In particolare, la Federal Reserve si prepara a iniziare un ciclo di rialzi dei tassi di interesse a partire da marzo, con gli investitori che si attendono ancora sei interventi da un quarto di punto percentuale quest’anno.

Sul fronte macro, la seconda lettura preliminare del Pil Usa del quarto trimestre 2021 ha evidenziato una crescita del 7% su base trimestrale, in linea alle attese e leggermente rivista dal +6,9% della stima precedente.

Infine, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate a 232 mila unità, leggermente al di sotto delle 235 mila previste dal consensus e delle 249 mila della rilevazione precedente.