Mercati Usa – Apertura a due velocità bene Dow Jones e S&P 500 ma giù il Nasdaq

Partenza mista a Wall Street, con i tecnologici appesantiti dal crollo del settore in Cina e in attesa della riunione della Federal Reserve in programma questa settimana. Dopo pochi minuti di scambi, il Dow Jones sale dello 0,6% e lo S&P 500 dello 0,2%, mentre il Nasdaq cede lo 0,3%.

In particolare, il comparto tech è appesantito dal tonfo delle aziende cinesi quotate a Hong Kong, che hanno registrato la peggior seduta dalla crisi finanziaria tra le preoccupazioni per le relazioni di Pechino con la Russia e i rischi di una nuova stretta regolatoria.

In attesa del vertice con la delegazione cinese in programma oggi a Roma, gli Stati Uniti hanno dichiarato che la Russia avrebbe chiesto alla Cina attrezzature militari per sostenere l’invasione in Ucraina.

Ipotesi che, sebbene smentita da Pechino, ha alimentato i timori sul rischio che una potenziale apertura della Cina verso Vladimir Putin possa portare contraccolpi sulle aziende cinesi, tra cui possibili sanzioni.

Il tutto in attesa del meeting della Fed, che mercoledì dovrebbe aumentare il costo del denaro di 25 punti base, avviando un ciclo di rialzi dei tassi di interesse che secondo le attese prevedrà un intervento in ciascuna delle prossime riunioni da qui a fine anno per contrastare l’inflazione.

Prospettiva che sta spingendo un sell-off sul comparto obbligazionario, con il rendimento del Tbond salito sui massimi da luglio 2019 e quello sul titolo a cinque anni che ha scollinato oltre la soglia del 2% per la prima volta in tre anni.

Nel dettaglio, il rendimento del decennale americano balza di dieci punti base al 2,1% e quello del biennale di sette punti base all’1,82%.

Intanto sul Forex la moneta nipponica continua a indebolirsi nei confronti del biglietto verde con il cambio dollaro/yen risalito in area 118, mentre l’euro/dollaro ha recuperato terreno a 1,095.

Tra le materie prime, infine, in forte calo le quotazioni del greggio con il Brent (-4,5%) a 107,6 dollari e il Wti (-4,6%) a 104,3 dollari, con gli investitori che da un lato sperano negli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra in Ucraina e dall’altro temono il nuovo aumento dei contagi da Covid in Cina.