Mercati – Finale lievemente negativo per l’Europa e Milano (-0,3%)

Le borse europee chiudono in calo mentre Wall Street prosegue in rialzo dopo i dati sull’inflazione di marzo. A Piazza Affari il Ftse Mib archivia gli scambi in ribasso dello 0,3% a 24.667 punti, debole come il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Dax di Francoforte (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%). Oltreoceano, scambiano in territorio positivo Dow Jones (+0,7%), S&P500 (+0,9%) e Nasdaq (+1,4%).

Il report odierno sui prezzi al consumo statunitensi ha evidenziato un’accelerazione all’8,5% dal 7,9% di febbraio, superando le attese degli analisti (+8,4%). Su base mensile, il dato ha segnato un aumento dell’1,2%, in linea con le previsioni (+0,8% a febbraio), mentre l’indice core ha registrato una crescita dello 0,3% congiunturale, minimo da settembre 2021, e del 6,5% tendenziale.

Dati che confortano parzialmente il mercato ma al tempo stesso confermano le persistenti pressioni inflazionistiche, esacerbate dalla guerra in Ucraina e dagli impatti dei nuovi lockdown cinesi sulla supply chain. Motivi per cui la Fed è intenzionata ad accelerare l’inasprimento della politica monetaria, con un ciclo serrato di rialzi dei tassi e la riduzione del proprio bilancio.

La World Trade Organization ha sottolineato che la guerra in Ucraina rallenterà la ripresa dell’economia globale dalla crisi pandemica, riducendo lo scambio di beni e danneggiando il commercio mondiale. Nel frattempo, il presidente Vladimir Putin ha affermato che i colloqui di pace sono “in un vicolo cieco” e ha promesso di continuare l’invasione dell’Ucraina, dopo che Kiev ha accusato Mosca di sabotare i negoziati.

Sul Forex, l’euro/dollaro si riduce a 1,086 e il cambio tra biglietto verde e yen scivola a 125,2. In giornata è stato diffuso anche l’indice Zew tedesco sulla fiducia degli investitori istituzionali, in calo meno delle attese a -41 punti.

Tra le materie prime recuperano terreno le quotazioni del greggio con il Brent (+6,8%) a 105,2 dollari e il Wti (+7,0%) a 100,9 dollari, in scia allo stallo nelle trattative fra Russia e Ucraina e al parziale allentamento delle restrizioni a Shanghai.

Si allenta la tensione sull’obbligazionario, con il rendimento del T-Bond in calo al 2,7% dopo aver toccato i massimi dal 2018 in area 2,8%, mentre lo spread Btp-Bund si attesta a 162 punti base, con il rendimento del decennale italiano in diminuzione al 2,41%.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano soprattutto Tenaris (+3,2%), Leonardo (+2,7%) e Ferrari (+2,5%), mentre arretrano in particolare Unicredit (-3,9%), Bper (-3,2%) e Diasorin (-2,7%).