Mercati Usa – Previsto avvio in ribasso all’indomani della Fed

I futures sull’azionario Usa cedono lo 0,5-0,8%, preannunciando una partenza negativa a Wall Street in un contesto in cui tornano ad affacciarsi le preoccupazioni per l’inflazione anche dopo la riunione della Federal Reserve.

Ieri i principali indici americani hanno chiuso in netto rialzo, accelerando in seguito alle dichiarazioni meno aggressive del previsto da parte dell’istituto di Washington. Il Nasdaq ha guadagnato il 3,2%, lo S&P 500 il 3% e il Dow Jones il 2,8%.

Tornano in primo piano i timori per un rallentamento della crescita globale, minacciata dalle persistenti pressioni sui prezzi, dai lockdown in Cina e dal perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina.

Le autorità monetaria stanno cercando di destreggiarsi tra la necessità di gestire la più rapida accelerazione dell’inflazione da circa quarant’anni contro le preoccupazioni per evitare una recessione.

Come da attese, la Fed ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base, il maggior incremento dal 2000, e segnalato che a giugno inizierà la riduzione del proprio bilancio con la vendita di titoli per 47,5 miliardi di dollari al mese.

A sostenere i mercati sono state però le parole del presidente Jerome Powell, che ha escluso interventi da 75 punti base nei prossimi due appuntamenti, ritenendo invece che saranno valutati altri rialzi da 50 punti.

Sempre in tema banche centrali, oggi la Bank of England aumentato il costo del denaro sui livelli più alti dal 2009, avvisando che l’economia è sulla strada di una contrazione sotto la pressione di un’inflazione a doppia cifra.

Sul fronte macro, infine, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate a 200 mila unità, in aumento rispetto alle 181 mila della rilevazione precedente e rispetto alle 180 mila previste dagli analisti.