FUM – Sostenibilità e internazionalizzazione le chiavi del successo del marmo di Carrara

Dopo aver registrato il proprio record di fatturato nel 2021, FUM ha chiuso il primo trimestre 2022 con ricavi in crescita del 27%, a testimonianza di un trend consolidato che consente di guardare al futuro con ottimismo. Da sottolineare, in particolare, il contributo positivo di Arabia Saudita, Cina e Stati Uniti, a conferma della strategia di internazionalizzazione adottata dalla società. Per il 2022 i ricavi sono attesi in crescita double digit con il mantenimento dei livelli di reddittività raggiunti negli ultimi anni, nonostante il persistere di uno scenario caratterizzato da incertezza. Il Gruppo intende inoltre rafforzare la comunicazione in ambito ESG, presentando entro la fine dell’estate il primo piano di sostenibilità.

Franchi Umberto Marmi è una società attiva da oltre 50 anni nella lavorazione e commercializzazione di blocchi e lastre di marmo, autentica espressione del “Made in Italy” e del lusso di cui è ambasciatrice a livello globale.

La società è riuscita a perseguire negli anni una politica di crescita ampliando la propria attività sul mercato nazionale e internazionale, attraverso una strategia di diversificazione geografica focalizzata prima sul mercato asiatico e mediorientale, per poi iniziare la commercializzazione dei propri prodotti anche negli Usa.

Il tutto potendo contare su un modello di business integrato che copre tutte le fasi del processo produttivo e distributivo, ponendo sempre grande attenzione alla cultura del marmo della città di Carrara e alla sostenibilità, nel rispetto e nell’integrazione con il territorio.

Proprio le caratteristiche intrinseche di sostenibilità della pietra naturale hanno contribuito ad accrescere l’apprezzamento dei prodotti FUM anche a livello internazionale, data la crescente attenzione del mercato alle tematiche ambientali.

Il Gruppo intende rafforzare ulteriormente il proprio impegno sul fronte ESG presentando il primo piano di sostenibilità entro la fine dell’estate, nell’ottica di garantire maggiore trasparenza al business.

Parallelamente, FUM ha confermato la propria strategia mirata a rafforzare il presidio sui mercati esteri, tramite una politica commerciale volta a posizionare i propri prodotti nel segmento del lusso, senza dimenticare eventuali ulteriori opportunità di M&A.

Il primo trimestre 2022 ha registrato ricavi in aumento del 27% oltre 21 milioni, proseguendo il trend evidenziato nel 2021, anno che ha segnato il record storico a livello di fatturato per il Gruppo.

Per l’intero esercizio, il management ha confermato la previsione di ricavi in crescita del 10% circa mantenendo una redditività in linea ai livelli di eccellenza degli ultimi anni, nonostante il persistere di uno scenario economico caratterizzato da incertezza.

Infine, il management sta valutando il potenziale translisting dall’EGM al segmento principale EURONEXT MILAN di Borsa Italiana; la società è di fatto già pronta ad affrontare tale passaggio le cui tempistiche saranno valutate in funzione dell’andamento dei mercati finanziari.

Alberto Franchi, Presidente e Ceo di Franchi Umberto Marmi, illustra le priorità strategiche

“Sostenibilità, diversificazione geografica e consolidamento del posizionamento di Franchi Umberto Marmi nei mercati di riferimento”.

Sono queste le principali priorità strategiche individuate dal presidente e Ceo di FUM, Alberto Franchi, dopo aver chiuso il 2021 con un fatturato record per l’azienda e aver proseguito il percorso di crescita anche nei primi mesi del 2022, a conferma di un trend consolidato che consente di guardare al futuro con ottimismo.

FUM punta a confermare la sua leadership ed essere il player di riferimento nella lavorazione e commercializzazione di blocchi e lastre di marmo di Carrara, un business che rappresenta una delle espressioni autentiche del “Made in Italy” e dalla forte attenzione ai principi dell’economia circolare.

Il tutto anche in vista di un translisting dall’Euronext Growth Milan all’Euronext Milan, “un’occasione che potrà garantire maggiore autorevolezza sui mercati e maggiore prestigio al marchio, abilitando di conseguenza ulteriori progetti che abbiamo in programma”.

“In termini di processi aziendali e procedure, siamo già pronti per affrontare il passaggio al mercato principale di Borsa Italiana” spiega l’Ad.

“In considerazione delle tensioni createsi sui mercati a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina, stiamo continuando a monitorare l’attuale scenario dei mercati in modo da poter cogliere la miglior opportunità temporale”.

L’attenzione alle tematiche ESG

Oltre agli elevati standard di lusso e bellezza, che garantiscono un posizionamento premium dei prodotti FUM, il marmo presenta anche delle caratteristiche intrinseche di sostenibilità che, anche alla luce della crescente attenzione a tale tematica, ne hanno accresciuto ulteriormente l’appeal sul mercato.

“Riteniamo che il successo ottenuto a livello internazionale sia dovuto anche alla nostra attenzione ai temi ESG, sempre più al centro della nostra strategia di comunicazione e molto apprezzati dai clienti, che riconoscono positivamente il basso impatto ambientale dei nostri prodotti”.

“Lavorare con il marmo è, per definizione, sinonimo di Economia Circolare” spiega l’Ad. “Il Marmo di Carrara è una materia prima inestimabile, con caratteristiche e peculiarità che rendono ogni oggetto, creazione e progetto durevole nel tempo”.

In Franchi Umberto Marmi tale definizione è stata integrata su tutta la filiera produttiva, attraverso dei metodi di lavorazioni e delle azioni volte a dimostrare la sostenibilità del Marmo di Carrara (come l’implementazione della certificazione ambientale Life Cycle Assessment/LCA-EPD).

Il tutto a testimonianza del “nostro impegno a trasformare tutta la catena di produzione e distribuzione della pietra naturale al fine di diminuire l’impatto sull’ambiente circostante”.

La sostenibilità della pietra naturale e l’impegno nel sociale

Come sottolinea Franchi, “la sostenibilità inizia dalla pietra naturale. Il marmo è prevalentemente composto da carbonato di calcio puro, i cui scarti, ottenuti durante il processo di lavorazione, rappresentano importanti materie prime secondarie”

“Da queste vengono poi estratti dei sottoprodotti rivenduti alle aziende dell’industria farmaceutica e alimentare. Nelle tecniche di lavorazione, non utilizziamo né additivi chimici inquinanti né solventi, motivo per cui non si rilevano ricadute negative sull’ambiente”.

La filiera di lavorazione del marmo presenta sia bassi impatti di CO2, in considerazione delle limitate distanze di approvvigionamento della materia prima “marmo” dagli impianti di lavorazione, sia un bassissimo impatto energetico, a differenza dei prodotti sintetici e ceramici.

La naturalità del marmo, inoltre, genera benefici attraverso l’edificazione di Green Buildings, garantendo, allo stesso tempo, il benessere nell’abitare unitamente a una molteplicità di ambiti di applicazione.

Le certificazioni ottenute, quali la LCA e EPD, oltre a garantire maggiore credibilità, sono dimostrative del fatto che il marmo di Carrara è una materia sostenibile per natura.

“Per quanto riguarda invece il nostro impegno sociale, intraprendiamo attraverso la Fondazione Marmo Onlus, una serie di iniziative che generano un forte impatto sulle comunità del territorio di Carrara e delle collaborazioni importanti con entità locali, organizzazioni no-profit e servizi sanitari”.

Ne sono un esempio AREA 51, con il progetto navigando senza Barriere, Associazione Fabula, che si occupa di bambini autistici, Famiglia Paradiso, crowdfunding per l’acquisto di un mezzo speciale per lo spostamento di persone disabili, Caritas, e molte altre. In particolare, la Fondazione Marmo è nata dal desiderio di un gruppo di imprenditori di dare una forma stabile e continuità alle tante azioni di solidarietà che già svolgevano come singole imprese.

“Infine, con l’istituzione di Accademia Franchi, siamo davvero entusiasti di poter contribuire alla formazione di professionalità di alto profilo, volte a favorire lo sviluppo relazionale, promuovere l’interazione con il mondo accademico e diffondere la cultura del marmo”.

La diversificazione geografica

Un impegno quello sul fronte ESG che, come detto, ha contribuito ad accrescere il successo dei prodotti FUM a livello internazionale, in linea con la strategia di diversificazione geografica seguita dalla società.

Il Gruppo, infatti, ha perseguito negli anni un percorso di crescita atto a rafforzare il presidio sui mercati esteri, tramite una politica commerciale volta a posizionare i propri prodotti nel segmento del lusso.

“Il nostro processo di internazionalizzazione passa attraverso la continua ricerca di nuove partnership con dealer locali in paesi dove abbiamo una presenza più radicata, oltre all’apertura di punti vendita diretti per aumentare la penetrazione in nuovi mercati”.

Una strategia confermata anche dai numeri del primo trimestre 2022, che ha visto ricavi in crescita del 27% a 21,1 milioni con l’Italia che ha segnato un +31% a 11,8 milioni e una componente di fatturato realizzato all’estero pari al 44% del totale.

“I risultati raggiunti sono frutto di importanti progetti acquisiti in Arabia Saudita, Qatar, Cina e Stati Uniti a riprova del fatto che, se da un lato Cina e USA risultano essere i principali mercati internazionali per la società, dall’altro il successo del marmo di Carrara a livello globale è tale per cui ogni anno siamo in grado di individuare e sviluppare nuovi progetti su cui far leva per supportare la nostra crescita”.

In particolare, nei primi tre mesi dell’anno le vendite realizzate in Arabia Saudita sono cresciute del 460% a 2,9 milioni, pari al 14% del totale.

Molto positivo anche il contributo della Cina, cresciuta del 19% a 3,2 milioni mantenendo, con il 15% dei ricavi totali, la posizione di leadership nei mercati internazionali. In forte espansione, inoltre, gli Stati Uniti, che hanno registrato un aumento del +85% a 1,5 milioni, consolidando uno dei mercati di riferimento per FUM.

I risultati 2021: fatturato record oltre i livelli pre-Covid

La crescita dei ricavi registrata nel primo trimestre 2022 è ancora più significativa alla luce dei risultati ottenuti nello scorso esercizio, chiuso con ricavi record nonostante lo scenario macroeconomico causato dalla pandemia.

Il 2021, infatti, si è concluso come l’anno migliore di sempre in termini di fatturato per FUM, con ricavi in crescita del 28% a 65,3 milioni rispetto al 2020 e superiori anche all’ultimo esercizio pre-Covid del 2019.

“La pandemia aveva senz’altro avuto delle ripercussioni sulle nostre vendite nel 2020 a causa delle chiusure degli showroom nei nostri presidi internazionali, che abbiamo tuttavia controbilanciato grazie all’aumento del portafoglio ordini dalla Cina e dagli Stati Uniti” afferma l’Ad.

In particolare, la Cina ha mostrato una crescita significativa del +100% raggiungendo i 17,1 milioni e superando i livelli pre-pandemici, in un trend proseguito anche nei primi mesi del 2022 nonostante la difficile situazione causata dalla recrudescenza del virus su quei mercati.

“Siamo molto soddisfatti, inoltre, dei risultati ottenuti negli Stati Uniti, un mercato in cui stiamo vedendo una continua espansione. Dopo l’acquisizione del 33% di CIOT NY (società che gestisce lo showroom a NYC e dedicata allo sviluppo di progetti), abbiamo dato maggior visibilità al marchio e ottenuto importanti progetti, quale il rinnovamento del Waldorf Astoria di New York, iconico hotel di Manhattan”.

““Sul presidio domestico abbiamo continuato con una strategia di crescita per linee esterne” prosegue Franchi. “Con l’acquisizione del 50% delle quote sociali della Ingegner Giulio Faggioni a inizio 2021, ci siamo garantiti una fonte rilevante di approvvigionamento dei marmi di alta qualità, il Calacatta e lo Statuario, che complessivamente hanno segnato, a fine 2021, una crescita delle vendite del +43% rispetto ai risultati ottenuti nell’anno precedente. Tali effetti ci rendono molto orgogliosi delle nostre decisioni e ottimisti per future e possibili acquisizioni”.

“Infine, sono molto orgoglioso dei risultati ottenuti e della resilienza che viene continuamente dimostrata dai nostri dipendenti e dai nostri azionisti. Inoltre, sottolineo che abbiamo di recente distribuito un dividendo pari a circa l’80% dell’Utile Netto a conferma della solidità e della salute aziendale della Franchi Umberto Marmi”.

Lo scenario si conferma positivo con un occhio al M&A

Come detto, l’inizio del 2022 ha evidenziato il proseguimento del trend di crescita a doppia cifra con livelli di marginalità in linea a quelli raggiunti nell’ultimo anno, nonostante l’incertezza del quadro congiunturale accentuato dalla guerra in Ucraina.

A tal proposito, FUM ha comunque precisato di aver un’esposizione molto limitata nei paesi coinvolti nel conflitto, avendo realizzato vendite pari a 0 nel 2021 e pari a circa 100.000 euro nel 2020.

Operando in un settore di nicchia del lusso, “non ci attendiamo significativi impatti da un peggioramento della situazione macroeconomica, grazie alle caratteristiche anticicliche del nostro business così come dimostrato dalla buona resilienza dei risultati anche durante la crisi pandemica”.

Il forte incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, inoltre, non ha avuto un impatto significativo sull’operatività della Società, con l’alto valore aggiunto dei prodotti che consente di diluire i maggiori costi e un pass through sugli utilizzatori finali.

In tale contesto, “ci attendiamo di continuare un solido percorso di crescita sia nei nostri mercati principali (Cina e USA) sia sui mercati emergenti (Australia, Vietnam e paesi del Golfo)”.

Il tutto senza contare la possibilità di crescere ulteriormente per linee esterne, con l’obiettivo di consolidarsi nel mercato dell’approvvigionamento, come avvenuto con l’operazione Faggioni, e guardando alle opportunità di acquisizioni di competitor in un’ottica di consolidamento del settore.

Sul fronte M&A, “a dicembre del 2021 abbiamo segnato un importante passo verso l’innovazione dei nostri metodi di lavorazione, con l’acquisizione del 51% di Recovery Stone che si focalizzerà sulle attività di trasformazione e risanamento di blocchi e lastre”.

In particolare, Recovery Stone investirà nell’acquisto di impianti innovativi, robotizzati con programmi coerenti a quanto previsto da Industria 4.0.

“Oltre ad essere un traguardo fondamentale nel nostro percorso di crescita, l’operazione rappresenta un ulteriore significativo investimento per il nostro territorio e per Carrara. Entro la fine del prossimo anno, l’integrazione di alcune fasi della filiera attraverso l’impiego di nuove tecnologie porterà, a pieno regime, alla creazione di oltre 20 nuovi posti di lavoro”.

L’outlook 2022-2023

Per quanto riguarda le previsioni per l’esercizio in corso, le aspettative formulate dal management della Società indicano una crescita di circa il 10% dei ricavi, con il mantenimento di livelli di redditività in linea a quelli evidenziati negli ultimi anni.

“Intendiamo rafforzare il nostro posizionamento sui mercati emergenti, quali l’Arabia Saudita e l’Australia, oltre a continuare a investire nelle cave di Carrara, per garantire una fonte continua di approvvigionamento della materia prima di elevata qualità.

“Fra le priorità, vi è sicuramente la conferma del nostro impegno verso l’ambiente e nella direzione di una sostenibilità di lungo periodo attraverso la dimostrazione di dati concreti” dichiara Franchi.

“In questa direzione, stiamo sviluppando il nostro primo piano di sostenibilità che contiamo di pubblicare entro la fine dell’estate 2022, al fine di garantire maggiore trasparenza al business e delineare al mercato i nostri criteri ESG”.

Per quest’anno, il consensus raccolto da Bloomberg stima ricavi in aumento del 10% a 71,85 milioni che dovrebbero poi salire a circa 77 milioni nel 2023, con un Ebitda margin adjusted del 39% nel 2022 e di circa il 40% l’anno prossimo (37,9% nel 2021).

Secondo gli analisti, la progressiva rimozione delle restrizioni anti Covid in alcuni mercati chiave per il Gruppo dovrebbe contribuire a sostenere l’atteso incremento dei volumi anche a livello internazionale, anche grazie alla ripresa dell’attività fieristica che dovrebbe aumentare la visibilità nei prossimi mesi.

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