First Capital – Perdita netta di 10,6 mln per la riduzione del valore del portafoglio nel 1H 2022

Il gruppo First Capital ha chiuso il primo semestre 2021 con una perdita netta di 10,6 milioni (utile netto di 21,6 milioni nel primo semestre 2021), prevalentemente
imputabile alla variazione netta di fair value del portafoglio titoli.

Gli interessi passivi sono stati pari a 1,56 milioni legati prevalentemente al Prestito Obbligazionario Convertibile “First4Progress CV 2021-2026“ e al Prestito Obbligazionario Convertibile “First Capital Cv 2019-2026 3,75%” e in parte ai Titoli di Debito “V.F. Adhesives 2020-2025”.

I proventi del periodo ammontano complessivamente a 1,43 milioni (1,06 milioni nel primo
semestre 2021) e sono rappresentati da interessi attivi e cedole per 0,31 milioni (euro 0,32 milioni nel primo semestre 2021); da dividendi da partecipate per 1,12 milioni (0,52 milioni nel primo semestre 2021, a cui si aggiungevano plusvalenze nette per 0,22 milioni).

Inoltre, sul conto economico ha impattato positivamente la valutazione al patrimonio netto della partecipazione collegata in Industrie Chimiche Forestali, iscritta nel bilancio della controllata V.F. Adhesives, che ha generato un utile di 0,40 milioni (utile di euro 1,52 milioni nel primo semestre 2021).

Nel periodo in esame sono state registrate minusvalenze nette da cessione di attività finanziarie per 0,11 milioni; la società precisa che secondo i principi contabili italiani, il risultato netto dell’attività di cessione di attività finanziarie nel periodo sarebbe positivo (plusvalenze nette) per 0,89 milioni.

Il principale impatto negativo sul conto economico è stato determinato invece dalla variazione netta di fair value del portafoglio titoli nel semestre, pari a 10,5 milioni (positiva per 23,02 milioni nel primo semestre 2021), riconducibile principalmente al decremento di valore delle partecipate Intred, Cy4Gate e Labomar; variazioni solo parzialmente assorbite dalla crescita di valore, in particolare, delle partecipate Orsero, ALA e Net Insurance.

Il risultato netto delle gestione finanziaria riporta un deficit di 10,73 milioni vs un saldo positivo di 23,19 milioni nel periodo di confronto.

I costi di struttura del Gruppo sono stati pari a 0,93 milioni (0,72 milioni al 30 giugno 2021).

Concorrono, infine, alla formazione del risultato netto del gruppo anche ammortamenti,
accantonamenti, altri proventi e oneri di gestione e il risultato di pertinenza di terzi che, sommati, impattano positivamente per 0,40 milioni (complessivamente -0,63 milioni nel primo semestre 2021).

Il Totale Attivo ammonta a 121,9 milioni, calo da 126,6 milioni al 31 dicembre 2021.

Le principali voci dell’Attivo sono rappresentate per 91,8 milioni da attività finanziarie al fair value con impatto a conto economico (87,8 milioni al 31 dicembre 2021), per 10,4 milioni da attività finanziarie al fair value con impatto sulla redditività complessiva (11,9 milioni al 31 dicembre 2021), per 11,9 milioni da Partecipazioni (11,1 milioni al 31 dicembre 2021) e per 5,7 milioni da cassa e liquidità disponibile (14,0 milioni al 31 dicembre 2021).

I debiti finanziari assommano a 40,4 milioni (33,4 milioni al 31 dicembre 2021).

Il portafoglio del gruppo First Capital, che nel terzo trimestre 2022 non ha registrato modifiche rilevanti nella sua composizione, ha evidenziato un decremento di valore del -2%
rispetto al 30 giugno 2022, portandosi al -17% da inizio anno; una performance migliore del benchmark, il FTSE Italia Small Cap che, da inizio anno, sta registrando il -19% circa, ma anche di tutti gli altri principali indici azionari italiani (FTSE MIB -24%; FTSE Italia All Share -25%, FTSE Italia STAR -39%; FTSE Italia Growth -23%).

Nonostante il perdurare dell’incertezza e la difficoltà di effettuare una valutazione ponderata sulle prospettive di dettaglio, la società conferma la solidità complessiva del portafoglio, che potrà certamente subire alcuni effetti recessivi ma che è in grado di reagire al contesto macroeconomico e di continuare a crescere, sia perché è in parte rappresentato da società acicliche o anticicliche, sia perché altre società in portafoglio, più esposte agli effetti recessivi, sono in grado di reagire tramite sviluppo di fatturato all’estero e cogliere queste fasi per crescere tramite M&A.

 

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