Si riporta l’andamento odierno dei principali titoli internazionali del settore tecnologico e delle telecomunicazioni:
Giornata debole per i mercati azionari: in Europa, il Ftse Mib cede lo 0,2% e il Dax lo 0,5%, mentre il Ftse 100 avanza dello 0,3%. A Wall Street, Dow Jones e S&P 500 perdono lo 0,8% e il Nasdaq lo 0,7%.
Il CEO di Vodafone (-0,1%) Nick Read si dimette, in accordo con il board, dopo 20 anni nella società. Nel corso del 2022 il titolo ha perso oltre il 20%, nonostante gli sforzi di Read per attrarre gli investitori cedendo asset e rifocalizzando il business (in ultimo la cessione della partecipazione nella tedesca Tower Arm per 16 miliardi di dollari). Le dimissioni saranno effettive dal 31 dicembre, data dalla quale il ruolo sarà ricoperto ad interim da Margherita Della Valle in attesa della nomina di un nuovo CEO.
Secondo indiscrezioni di stampa, Apple (+1,5%) starebbe pianificando la ricomposizione della propria supply chain, riducendo la propria esposizione in Cina e chiedendo ai propri fornitori di cercare più attivamente soluzioni diversificate all’interno dell’Asia, in particolare verso Vietnam e India. Questa decisione sarebbe stata presa a seguito delle recenti turbolenze sociali che stanno scuotendo la Cina, in particolare nel maggiore stabilimento produttivo del fornitore Foxconn, oltre che dai rallentamenti nella produzione generati dalla politica zero Covid finora in vigore. Ciononostante, gli ultimi aggiornamenti riguardo la politica di Pechino segnalano un cambiamento verso una linea meno dura, consentendo un’accelerazione nella produzione da parte dei fornitori di Apple; secondo indiscrezioni, la capacità produttiva dello stabilimento di Foxconn potrebbe essere completamente ripristinata entro la fine di dicembre.
Continuano a tenere banco le indiscrezioni su Telecom Italia (-0,6%), in particolare dopo le dichiarazioni del delegato del governo alle telecomunicazioni Alessio Butti in cui ha espresso la sua preferenza personale nel mantenere l’azienda unita. Di contro, le intenzioni che sembrano emergere dal governo sono piuttosto per una separazione tra l’azienda e la proprietà della rete. Gli analisti di Equita vedono che la situazione è lontana dalla sua risoluzione e che il governo non ha ancora individuato la strategia da seguire.
Cinque Paesi europei, tra cui la Germania, hanno avanzato alla commissione europea la richiesta di far pagare alle big tech alcuni costi delle reti di telecomunicazioni europee. Il dibattito che ne è seguito ha visto il sostegno delle tlc di bandiera, tra cui Telecom Italia; contrarie invece le big tech, con Alphabet (+0,7%) in testa, che vedono in questa misura un trasferimento indebito di denaro verso le società di telecomunicazione. La motivazione della richiesta è che le sei maggiori big tech sono responsabili per oltre la metà del traffico dati internet, per cui andrebbe loro richiesto un contributo in merito. Il capo della commissione europea Thierry Breton ha indicato una prima consultazione per l’inizio del 2023.