Nel 1H 2023 il margine di interesse del gruppo è aumentato su base annua del 33,4% a 427,3 milioni.
Le commissioni nette da servizi hanno cifrato 194,5 milioni, mostrando un buon
incremento (+5,4% a/a), risultando in contro tendenza rispetto al trend negativo evidenziato dai principali operatori bancari italiani.
Tale dinamica riflette la crescita dei proventi rivenienti dai finanziamenti, dalla
tenuta e gestione dei conti correnti, da garanzie rilasciate, dai servizi di incasso e
pagamento, dalla bancassurance, dall’attività in titoli con la clientela e dall’operatività
del Servizio internazionale.
Il risultato dell’attività finanziaria è stato positivo per 60,4 milioni vs 47,5 milioni consuntivati nel periodo di confronto. Il risultato dell’attività di negoziazione è stato pari a 54,9 milioni rispetto ai 2,7 milioni del del pari periodo del 2022. Gli utili da cessione o riacquisto, ammontati a 3,2 milioni, si confrontano con i 39,2 milioni del giugno 2022.
Il risultato delle altre attività finanziarie valutate al fair value torna positivo per 3,9 milioni rispetto al valore negativo di 67,6 milioni. In tale ambito le plusvalenze su crediti a clientela valutati al fair value sono risultate pari a 1,1 milioni rispetto agli 17,2 milioni di minusvalenze consuntivate al 30 giugno 2022.
Il margine d’intermediazione aumenta del 41,6% a 686,2 milioni.
Le rettifiche di valore nette si sono attestate a 78,9 milioni rispetto a 43,8 milioni
del periodo di confronto (+80,1%), includendo un ulteriore incremento degli
overlays manageriali, che ricomprendono anche componenti di rischio ESG, ora
complessivamente pari a circa 120 milioni.
Il costo del credito (rapporto tra le rettifiche di valore nette e i finanziamenti netti verso
clientela) è pari allo 0,47% rispetto allo 0,51% di dicembre 2022.
Il risultato netto della gestione finanziaria si è attestato a 607,3 milioni (+37,7%).
I costi operativi salgono dell’8,8% a 278,7 milioni. La componente delle altre spese
amministrative è aumentata del 5% a 137,2 milioni riflettendo pure le note dinamiche inflative presenti nell’economia. Le spese per il personale si sono incrementate dell’8,5% a 141,9 milioni, scontando sia l’ulteriore crescita dell’organico sia in parte i futuri aumenti del costo del lavoro legati anche al rinnovo contrattuale in fase di negoziazione.
Il cost-income ratio, calcolato come rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione, risulta pari al 40,6% dal 49,1% del 31 dicembre 2022.
Il risultato della gestione operativa si è attestato a 328,6 milioni (+77,9%).
L’utile netto di periodo si esprime in 207,1 milioni (+97,1% a/a).
Dal lato patrimoniale, la raccolta diretta da clientela risulta pari a 39.091 milioni (-6,4% rispetto a fine 2022) e risente in particolare della contrazione della raccolta istituzionale e della tendenza della clientela a dirottare la propria liquidità verso altre forme di investimento. Escludendo la raccolta da investitori istituzionali l’aggregato evidenzia una sostanziale stabilità da inizio anno (-0,3%).
La raccolta indiretta, influenzata dalla positiva dinamica dei mercati, si attesta a 42.720 milioni rispetto (+9,4% rispetto a fine anno 2022). Il risparmio amministrato cifra 35.929 milioni (+10%), mentre il risparmio gestito, pari a 6.791 milioni (+6,3%) beneficia di raccolta netta positiva, così come del favorevole effetto mercato.
I finanziamenti netti verso clientela assommano a 33.300 milioni, in lieve incremento rispetto ai 33.020 milioni di fine 2022 (+0,8%).
I crediti deteriorati netti sono pari a 577 milioni, in calo decremento rispetto ai 609 milioni
del 31 dicembre 2022 (-5,1%). L’incidenza degli stessi sul totale finanziamenti netti
risulta pari all’1,7%, in linea con il dato di fine 2022. I livelli di copertura si confermano
particolarmente elevati; quello riferito al totale delle posizioni deteriorate si posiziona
al 60,3% dal 58,3% di fine 2022.
Le sofferenze nette segnano diminuiscono del 28,5% a 87 milioni, con un’incidenza sul
totale finanziamenti verso clientela dello 0,3%, in riduzione rispetto allo 0,4% di fine
2022. Il grado di copertura delle stesse è risultato pari all’83,2% rispetto al 76,5%. Tenendo conto degli importi passati a conto economico in anni precedenti su posizioni già a sofferenze per le quali si mantiene un’evidenza contabile, a fronte di una prospettiva di eventuali recuperi, la copertura per tali crediti si è attestata al 94,3%.
Al 30 giugno 2023 gli indicatori di liquidità, sia di breve periodo (LCR-Liquidity Coverage
Ratio) sia di medio-lungo termine (NSFR-Net Stable Funding Ratio), si attestano su valori
largamente superiori al requisito minimo previsto per il corrente esercizio (100%). Il
Liquidity Coverage Ratio si attesta al 169% dal 137% del primo semestre 2022, pure a
fronte del rimborso della tranche del funding TLTRO in scadenza a giugno (4,4 € miliardi).
Il Net Stable Funding Ratio si posiziona al 129%.
I coefficienti patrimoniali ai fini regolamentari al 30 giugno 2023, calcolati sulla base
dei fondi propri di vigilanza, sono risultati pari a:
• CET1 ratio: 15,8% (phased‐in), 15,7% (fully phased);
• Tier1 ratio: 15,8% (phased‐in), 15,7% (fully phased);
• Total Capital ratio: 18,4% (phased‐in), 18,3% (fully phased).
Il Leverage Ratio al 30 giugno 2023 è pari, applicando i criteri transitori in vigore (phased
in), al 5,63% e, in funzione dei criteri previsti a regime (fully phased), al 5,59%.
L’MREL Ratio mantiene un significativo eccesso rispetto al requisito regolamentare,
attestandosi al 29,2% dal 28,6% di fine 2022.
Il Gruppo, grazie alla solida posizione patrimoniale, al diversificato modello di business e alle oculate scelte gestionali, prevede di conseguire risultati positivi, in linea con quanto realizzato nella prima parte dell’anno, pur in presenza di evidenze provenienti dal
contesto macroeconomico che proiettano per l’Italia un rallentamento dell’attività
economica e delle spinte inflative che, se pure inferiori rispetto ai picchi precedenti, continueranno a condizionare le scelte di imprese e famiglie.