Seduta mista per le principali borse asiatiche, orfane della Cina per festività e dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.
Hong Kong traina a +2,4% mentre, in Giappone, Nikkei e Topix cedono entrambi lo 0,1%.
Oltreoceano, lo S&P500 e il Nasdaq hanno terminato a -0,3%, il Dow Jones a +0,2%.
Ieri sera la Federal Reserve, come atteso dagli analisti, ha lasciato i tassi invariati tra il 5,25% e il 5,50%, ai massimi degli ultimi 23 anni, affermando che “i recenti indicatori suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi. Il mercato del lavoro resta solido e il tasso di disoccupazione basso. L’inflazione è rallentata nell’ultimo anno, ma resta elevata. Negli ultimi mesi c’è stata una mancanza di progressi verso l’obiettivo del 2%”.
Inoltre, l’istituto rallenta la velocità di riduzione del suo bilancio, fissando da giugno un tetto di 25 miliardi di dollari al mese ai Treasury rispetto ai 60 attuali ma lasciando a 35 miliardi quello dei mortgage-backed securities.
Il presidente Powell ha affermato che è improbabile che la prossima mossa della banca centrale sarà quella di aumentare i tassi, ammettendo tuttavia che “ottenere la fiducia necessaria per tagliare il costo del denaro richiederà più tempo di quanto previsto” e aggiungendo che “la politica monetaria è restrittiva e sta pesando sulla domanda ma anche sul mercato del lavoro che, seppur solido, si è raffreddato”.
Parallelamente, gli investitori sono scettici sulla capacità delle autorità giapponesi di impedire l’indebolimento dello yen, dato l’ampio differenziale di tassi di interesse del paese rispetto agli Stati Uniti. Il principale funzionario valutario giapponese, Masato Kanda, ha affermato di non avere nulla da dire quando gli è stato chiesto se i funzionari abbiano attuato degli interventi.
Ora l’attenzione si sposta sui prossimi driver di questa settimana quali i conti di Apple, in uscita stasera a mercati chiusi, e il Job report Usa che verrà diffuso domani pomeriggio.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,072 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 155,3. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,8%) a 84,1 dollari al barile e il Wti (+0,7%) a 79,6 dollari.