Gli eurolistini chiudono in ribasso mentre Wall Street procede mista dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib ha archiviato le contrattazioni in area 35.542 punti (-0,3%), in calo come il CAC 40 di Parigi (-1,3%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%), il Dax di Francoforte (-0,3%), il Ftse di Londra (-0,2%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,3%, lo S&P 500 lo 0,1% mentre il Dow Jones cede lo 0,1%.
Mentre gli investitori stanno ancora metabolizzando l’esito delle elezioni europee che hanno visto l’avanzata delle destre e il conseguente annuncio di votazioni anticipate da parte del francese Macron, l’attenzione è già rivolta all’inflazione Usa e alla decisione della Federal Reserve, entrambi in calendario mercoledì. Venerdì sarà invece il turno della Banca del Giappone.
Dall’agenda macroeconomica, ad aprile la produzione industriale italiana ha registrato un calo dell’1% su base mensile, in peggioramento contro le attese (+0,2%) dal -0,5% di marzo. La variazione dell’indice rispetto all’anno precedente, corretta dagli effetti di calendario, ha evidenziato una contrazione del 2,9%, dopo il -3,2% del mese precedente (rivisto da -3,5%) a fronte del -2,1% previsto dagli analisti.
In Giappone, il Pil finale del primo trimestre 2024 è sceso dello 0,5% su base trimestrale, in linea con le attese e la rilevazione preliminare. Il dato annualizzato ha evidenziato una contrazione dell’1,8%, al di sopra del -2,0% del consensus e della rilevazione preliminare.
Sul Forex, l’euro/dollaro scende a 1,074, il dollaro/yen sale a 156,9. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+2,1%) a 81,3 dollari e il Wti (+2,4%) a 77,3 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale in area 137 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,02%.
Tornando a Piazza Affari, guida Hera (+1,4%), seguita da Iveco Group (+1,3%), Leonardo (+1,0%), Italgas (+0,9%), mentre arretrano in particolare Telecom Italia (-2,6%), Nexi (-2,6%), Brunello Cucinelli (-2,5%), Moncler (-1,9%).