Seduta contrastata sulle principali borse asiatiche dopo la chiusura cauta di venerdì scorso a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente l’8,3 e l’11,2%, bene anche Hong Kong (+4,1%). Vendite invece sul Giappone con Nikkei a -4,8% e Topix a -3,5%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a +0,3%, lo S&P500 a -0,1% e il Nasdaq a -0,4%.
Le azioni in Cina e Hong Kong hanno registrato guadagni notevoli lunedì dopo le ultime misure di Pechino per affrontare la crisi immobiliare.
In Giappone, la vittoria di Shigeru Ishiba nella corsa alla leadership del partito al governo giapponese ha spiazzato gli investitori. La nuova amministrazione di Ishiba perseguirà la continuità nella politica economica, monetaria ed estera, con il ruolo di ministro delle finanze che, secondo i media locali, andrà a Katsunobu Kato, un ex portavoce del governo.
I mercati si stanno dirigendo verso l’ultimo trimestre dell’anno, mentre le prospettive migliorano in seguito alle misure di stimolo della Cina e mentre le banche centrali dall’Indonesia all’Europa e agli Stati Uniti iniziano a tagliare i tassi di interesse per sostenere la crescita.
Nonostante ciò, l’attività manifatturiera cinese ha continuato a contrarsi mentre il settore dei servizi ha rallentato a settembre. La debole performance economica del paese ha lasciato il segno anche in Europa, uno dei suoi maggiori partner commerciali.
I mercati cinesi saranno chiusi per i primi sette giorni di ottobre per una festività nazionale. Le borse di Hong Kong e Corea del Sud, invece, saranno chiuse martedì.
Sul fronte geopolitico, le tensioni in Medio Oriente rischiavano di aumentare di nuovo dopo l’uccisione da parte di Israele del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, a Beirut.
Questa settimana, i trader presteranno molta attenzione ai dati sull’attività manifatturiera Usa che precederà il rapporto sull’occupazione di settembre, in uscita venerdì, che aiuterà a valutare le prospettive per i tagli dei tassi della Federal Reserve entro la fine dell’anno.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,117 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen cala a 142. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,4%) a 72,6 dollari al barile e il Wti (+1,3%) a 69,1 dollari.