Prevista partenza debole per le principali borse europee all’indomani dei dati sull’inflazione Usa e con l’attenzione alle prossime mosse della Fed, alla stagione delle trimestrali e all’economia cinese.
Chiusura ieri in flessione a Wall Street con lo S&P 500 che ha terminato a -0,2%, il Dow Jones e il Nasdaq entrambi a -0,1%.
Sui mercati asiatici, Shanghai cede il 2,6% mentre Tokyo guadagna lo 0,4%. Hong Kong ferma per festività.
Gli investitori stanno metabolizzando i dati statunitensi diffusi ieri che hanno visto un inflazione di base aumentata più del previsto a settembre, un segno di stallo nei progressi per riportare i prezzi al loro target. Inoltre, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono salite al livello più alto in oltre un anno.
I trader stanno prezzando circa l’80% di possibilità che la Fed taglierà di 25 punti base quando si riunirà a novembre.
I policymaker della Fed John Williams, Austan Goolsbee e Thomas Barkin non sono rimasti turbati dall’indice dei prezzi al consumo superiore alle previsioni, il che suggerisce che i funzionari possono continuare ad abbassare i tassi. L’eccezione è stata Raphael Bostic della Fed di Atlanta che ha dichiarato che nelle proiezioni pubblicate a settembre aveva chiesto un ulteriore taglio di un quarto di punto nelle due riunioni rimanenti della Fed nel 2024.
Sempre sul fronte della politica monetaria, la Banca di Corea ha tagliato il suo tasso di interesse chiave di 25 punti base al 3,25%, come previsto.
Parallelamente gli occhi sono puntati al briefing di domani, durante il quale il ministro delle finanze cinese annuncerà probabilmente ulteriori misure di sostegno per rilanciare un’economia in rallentamento. Investitori e analisti si aspettano che Pechino distribuisca fino a 2 trilioni di yuan (283 miliardi di $) in nuovi stimoli fiscali, mentre le autorità cercano di aumentare la crescita e ripristinare la fiducia.
Ulteriori segnali dovrebbero arrivare oggi con la stagione delle trimestrali che oggi vedrà i conti di big come JPMorgan, Wells Fargo e Bank of New York.
Infine, sullo sfondo restano monitorati i rischi di escalation in Medio Oriente e i pesanti danni causati dall’Uragano Milton in Florida.
Sul fronte macro, in Germania la lettura finale di settembre dell’indice dei prezzi al consumo ha registrato una variazione nulla su base mensile, in linea alla rilevazione preliminare e alle attese. Su base annua, l’indice ha registrato un progresso del 1,6%, anche in questo caso al pari del preliminare e del consensus.
Attesi anche dal Regno Unito la produzione industriale e manifatturiera e la bilancia commerciale, entrambi di agosto, e nel pomeriggio dagli Usa i prezzi alla produzione di settembre e il sentiment dell’Università del Michigan di ottobre.