Mercati Asiatici – Ancora acquisti su Tokyo (+2%), rallenta Shanghai (-0,4%)

Le Borse asiatiche si muovono prevalentemente in territorio positivo, in scia alla chiusura in recupero di Wall Street.

Il focus dei listini è sempre rivolto alle diatribe commerciali tra Washington e Pechino. Al riguardo, l’ultima novità in ordine di tempo riguarda le dichiarazioni del ministro del Commercio cinese, il quale ha riferito che Pechino non è in contatto con gli Stati Uniti per riprendere i negoziati sul commercio, definendo inaccettabili le accuse di trasferire la proprietà intellettuale e di sottrarre indirizzi Ip. Il portavoce del ministero cinese, Gao Feng, ha dichiarato che il Paese del Dragone non vuole una guerra commerciale, ma è pronto a combatterla, qualora necessario.

Il tutto dopo che martedì gli Stati Uniti hanno reso noto una lista di beni cinesi del valore di 200 miliardi da colpire con nuovi dazi del 10% e che potrebbero diventare effettivi dopo il 30 agosto al termine di un periodo di pubbliche consultazioni.

L’attenzione, inoltre, è puntata sulla denuclearizzazione della penisola coreana e più nel dettaglio sui rapporti tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Al riguardo, infatti, ieri gli States hanno accusato Pyongyang di aver infranto le sanzioni delle Nazioni Unite sul petrolio raffinato effettuando trasferimenti illeciti tra navi e hanno chiesto, di conseguenza, l’immediata cessazione di tutte le vendite del carburante. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che al 30 maggio 89 petroliere nordcoreane hanno introdotto illegalmente prodotti petroliferi raffinati mediante trasferimenti da nave a nave quest’anno.

Washington non ha indicato i Paesi che forniscono illecitamente petrolio alla Corea del Nord. L’accusa di tale violazione arriva in un momento abbastanza delicato per il Paese a stelle e strisce, essendo impegnato con la Corea del Nord nel tentativo di convincere Pyongyang a rinunciare alle sue armi nucleari.

Sempre sulla questione nordcoreana, il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-In, ha ribadito alla stessa Corea del Nord e agli Stati Uniti che bisogna procedere speditamente con la denuclearizzazione.

In Giappone, il Nikkei guadagna il 2% attestandosi a 22.638,47 punti in prossimità della chiusura. Andamento analogo anche per il più ampio indice Topix (+1,3%) a 1.731,93 punti. Il tutto grazie anche al deprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che sale di poco a 112,5 (ieri era a 112,2), ai minimi da sei mesi.

Sul fronte macro si segnala che il tasso di utilizzo della capacità produttiva giapponese, a maggio, è sceso del 2,1% su base mensile (-1,2% il consensus e +1,8% il dato precedente). La produzione industriale giapponese, sempre a maggio, è diminuita dello 0,2% su base mensile (in linea con le attese e con il dato precedente).

Le Borse della Cina continentale viaggiano a due velocità, con Shanghai -0,4% e Shenzhen a +0,3 per cento. Acquisti sulla piazza di Hong Kong (+0,4%).

Dall’agenda macro è emerso che le esportazioni cinesi, a giugno, sono aumentate dell’11,3% su base annuale (+10% le stime e +12,6% la rilevazione precedente). Le importazioni cinesi, sempre a giugno, sono cresciute del 14,1% su base annua (+20,8% le attese e +26% l’ultima rilevazione). Il saldo della bilancia commerciale cinese espressa in dollari americani, nel pari periodo in esame, si è attestato a 41,61 miliardi (27,61 miliardi le previsioni e 24,92 miliardi il dato precedente).

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, alle 08:10 ora italiana viaggiano tutte in territorio positivo.

L’indice Msci Asia Pacific guadagna lo 0,6%, mentre l’oro tratta a 1.247,98 dollari l’oncia.