Il gruppo italo americano ha annunciato ieri sera un investimento di un miliardo di dollari per due modernizzare due impianti in Usa che creeranno 2 mila posti di lavoro.
L’annuncio arriva alla vigilia dell’apertura del salone dell’auto di Detroit, al via oggi, e sembra una mossa per anticipare Donald Trump, che negli scorsi giorni aveva preso di mira General Motors e Toyota, colpevoli di produrre auto destinate al mercato Usa in Messico.
In una nota Fca ha specificato che tale mossa è “la continuazione degli sforzi già in corso per aumentare la capacità produttiva in Usa di truck e Suv al fine di stare al passo con la domanda” e che dunque non è dovuta ai tweet di Trump. Infatti “l’annuncio rappresenta la seconda fase di un piano di industrializzazione comunicato nel gennaio 2016 e che prevedeva il riallineamento delle attività manifatturiere del gruppo in Usa per utilizzare pienamente la capacità a disposizione per rispondere allo spostamento della domanda del mercato per truck e Suv e per ampliare ulteriormente i marchi Jeep e Ram”.
È chiara quindi l’intenzione del gruppo di continuare a puntare sul marchio Jeep, con il nuovo investimento che consentirà l’arrivo delle versioni rivisitate di Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer e un pickup truck totalmente nuovo.
Proprio la forte esposizione del gruppo verso modelli più redditizi, come quelli a marchio Jeep appunto, era stato uno dei motivi che avevano portato a una raffica di upgrade da parte degli analisti la scorsa settimana. Promozioni che hanno consentito un ulteriore scatto del titolo in borsa, che ha chiuso la prima settimana del 2017 con un balzo del 14,3% estendendo il trend rialzista degli ultimi mesi del 2016.
Intanto ieri Google ha presentato il suo minivan a guida autonoma, frutto della collaborazione con Fca. Il mese scorso il gruppo italo americano ha consegnato 100 vetture ibride a marchio Pacifica, su cui il colosso tecnologico ha installato la sua tecnologia.
Ora gli analisti guardano con attenzione alla conferenza stampa di Sergio Marchionne al salone di Detroit, in attesa di indicazioni sul piano per ridurre l’indebitamento entro il 2018.
Nel frattempo, il titolo continua a correre in borsa segnando un +2,2%, contro il -0,4% del Ftse Mib, a 10,12 euro.