Mediobanca – I ricavi record spingono l’utile (+30,2%) nel 1°sem. 2016/17

Nei primi sei mesi dell’esercizio 2016-2017 il margine d’intermediazione del gruppo è stato pari a 1.072,4 milioni, in aumento del 5,5% a/a. Cresce anche il risultato lordo di gestione a 608,9 milioni (+2,1 rispetto al periodo di confronto). Grazie alle minori rettifiche su crediti (-18,1%), il risultato netto di gestione si incrementa del 14,3% a 425,2 milioni, performance che si amplifica a livello di utile netto che segna un progresso del 30,2% a 418,2 milioni.

Nel primo semestre dell’esercizio 2016-2017 il margine d’intermediazione consolidato ha riportato un aumento del 5,5% a 1.072,4 milioni, il livello più alto storicamente registrato dal gruppo.

Nello specifico tale dinamica recepisce la crescita del margine d’interesse, salito del 5,2% a 635,6 milioni rispetto al pari periodo del 2015 grazie allo sviluppo del Consumer Banking a 408,4 milioni (+12,6%) e del Wealth Management a 117,5 milioni (+24,9%). Il margine d’intermediazione risente positivamente anche dei profitti da trading, cresciuti del 39,3% a 63,8 milioni beneficiando delle cessioni di titoli available for sale, in particolare quelli legati al trading book, più che raddoppiati a 54,1 milioni.

Aumentano del 10,4% i costi totali a 463,5 milioni, scontando circa 38,5 milioni riferiti al consolidamento delle nuove società acquisite ( quali Cairn Capital e le attività retail di Barclays Italia). A perimetro omogeneo, i costi risulterebbero pressoché invariati (+1,2% a/a)

Diminuiscono le rettifiche su crediti dell’18,1% a circa 183,7 milioni, riflettendo un miglioramento del profilo di rischio del portafoglio totale. Il costo del rischio si porta così da 136 a 102 bps (tornato a livelli pre-crisi). In lieve aumento  (+1%) anche l’indice di copertura delle attività deteriorate che raggiunge il 55%, mentre quello delle sofferenze si fissa al 69 per cento.

Il conto economico si chiude con un utile netto pari a 418,2 milioni (+30,2% a/a), un risultato che tra l’altro ha beneficiato della contabilizzazione di proventi straordinari netti per 87,6 milioni, contro gli 8,9 milioni del periodo di confronto. Un importo al cui interno si saldano la plusvalenza di 110,4 milioni su Atlantia e i 29,4 milioni di proventi per l’allocazione del badwill dell’acquisizione Barclays Italia, i 50 milioni di oneri straordinari al fondo di risoluzione bancario e i 4,5 milioni di oneri al fondo tutela depositi.

 

Dal lato patrimoniale, rispetto ai dati di fine giugno 2016, gli impieghi sono aumentati del 5,8% a 67,1 miliardi. Nello specifico, i crediti verso la clientela sono cresciuti a 37,6 miliardi (+8,2% rispetto la chiusura dello scorso esercizio) in relazione all’ingresso dei mutui ipotecari ex Barclays (2,4 miliardi) e alla crescita del consumer Banking (+250 milioni) e del Specialty Finance (+280 milioni). Le sofferenze nette scendono a 167,8 milioni dai 184,6 milioni di fine 2015, con un una incidenza dello 0,45% sul totale degli impieghi.

Sale anche la raccolta, che passa dai 69,8 miliardi di fine giugno 2016 a 73,5 miliardi per effetto dell’apporto ex Barclays di 2,9 miliardi, che porta i depositi retail a 13,8 miliardi. Questo dato include anche le voci raccolta di tesoreria e passività finanziarie di negoziazione. Al netto di queste ultime due componenti, la raccolta sarebbe cresciuta passando a 49,7 miliardi dai 46,7 miliardi del periodo di riferimento.

Migliorano anche gli indici patrimoniali, con il Cet1 phased-in al 12,3% ed il fully-phased al 12,8%; il total capital ratio phased-in si attesta al 15,7% ed il fully-phased al 16,4 per cento.

Si ricorda che il totale dell’attivo è cresciuto da 69,8 miliardi a 73,5 miliardi per effetto del consolidamento del ramo dell’attività retail di Barclays Italia acquisito da CheBanca!.