Bper – Il titolo non reagisce all’acquisizione Carife

Ieri sera Bper ha ufficializzato di aver sottoscritto il contratto d’acquisto alla cifra simbolica di un euro di Carife, l’ultima Good Bank ancora di proprietà del Fondo di Risoluzione.

Nel dettaglio, il closing dell’operazione, previsto per il secondo trimestre dell’anno in corso, è subordinato alla dismissione di tutti gli npl dell’istituto estense e alla ricapitalizzazione della banca ferrarese, che si dovrebbe aggirare intorno ai 230 milioni, affinché essa possieda, al momento del passaggio a Bper, un patrimonio netto di 153 milioni.

Un’operazione che rimarca per molti passaggi quella messa in atto da Ubi per l’acquisto delle altre tre Good Bank, con la differenza che nel caso di Bper l’ammontare dell’aumento di capitale non è stato fissato, mentre invece nel caso della banca lombarda era stato indicato in 400 milioni, ma è subordinato al raggiungimento di una soglia di patrimonio netto.

Differente la reazione del mercato all’ufficialità delle due operazioni.

Infatti, quando a gennaio Ubi ha acquistato Carichieti, Banca Etruria e Banca Marche, il titolo è schizzato verso l’alto riportando dal 2 al 27 gennaio un incremento del 24,5% a 3,6 euro, prima di scendere per le successive prese di profitto riducendo l’incremento al 16% a 3,3 euro.

Bper, invece, al momento sembra non aver beneficiato dell’annuncio dell’operazione: ieri il titolo ha segnato un frazionale rialzo dello 0,4% e oggi, intorno alle 10:30, si colloca in sostanziale parità. Il mercato per ora non pare entusiasta di questa aggregazione, rimanendo probabilmente in attesa che Bper metta a segno un colpo più grosso, magari con uno dei due istituti valtellinesi, Creval in primis.

La situazione potrebbe anche cambiare nei prossimi giorni, fermo restando che la banca, guidata da Alessandro Vandelli, con questa operazione non solo acquisterà circa 100 mila nuovi clienti rafforzando la propria presenza sul territorio, ma ridurrà anche il suo npl ratio di 50 punti base. Inoltre, Carife porterà in dote impieghi per circa 1,6 miliardi, una raccolta diretta di 2 miliardi e indiretta per 1,5 miliardi.