Banco Bpm – Grande interesse dei competitor per le società prodotto

In attesa che Giuseppe Castagna, Ad del gruppo, sveli le proprie carte sulla ristrutturazione strategica che coinvolgerà le società prodotto controllate, nell’ottica di una razionalizzazione che semplifichi la struttura ed eviti le duplicazioni, diversi competitor iniziano a fare avance per accaparrarsi le società più interessanti.

Si allunga la lista dei pretendenti per i gioielli di famiglia del gruppo Banco Bpm. Società prodotto e partecipazioni che potrebbero essere messe sul mercato, nell’ambito della strategia di riordino ed eliminazione delle duplicazioni operative del gruppo, conseguenti alla fusione tra i due istituti di credito. Un piano che mira anche a razionalizzare l’uso delle risorse finanziarie, utilizzando i ricavi delle eventuali dismissioni per investire e potenziare le aziende sulle quali si deciderà di puntare.

L’amministratore delegato dell’istituto di credito, Giuseppe Castagna, si è riservato ancora un po’ di tempo prima di svelare le proprie carte, tempo necessario per approfondire l’analisi delle controllate per capire quali sono strategiche e quali invece possono essere cedute. Ma da parte dei concorrenti sono già iniziate avance per le società considerate più interessanti.

Proprio nel fine settimana sono da registrare gli interventi di Marco Carreri, Ad di Anima, che prenderebbe in considerazione l’idea di rafforzare il proprio business nell’asset management, comprando la controllata Aletti Gestielle da Banco Bpm, mentre Giampiero Maioli, country manager di Crédit Agricole, che in Italia ha da poco acquisito la società di gestione Pioneer da Unicredit, ha affermato che la banca francese è disposta a crescere ancora. E un possibile obiettivo potrebbe essere Agos Ducato, la società di credito al consumo di cui Crédit Agricole detiene la maggioranza, mentre il 39% è posseduto da piazza Meda.

Ma vediamo quali sono le partecipazioni di Banco Bpm nei diversi settori, cercando di indicare come potrebbe svilupparsi la strategia che sta mettendo a fuoco Castagna.

Nel settore dell’asset management la banca è presente con Aletti Gestielle, controllata al 100% da Banco Bpm, e attraverso Anima di cui possiede il 14 per cento.

In questo comparto la strategia è tutta da definire. L’istituto di credito indica nel proprio business plan 2016-19 un target di crescita della massa gestita dai 40,7 miliardi del 2015 ai 53,5 miliardi previsti per il 2019 con un Cagr del 7 per cento. Tuttavia la società di asset management risulta nel panorama competitivo italiano, e ancor più internazionale, di medio-piccole dimensioni. Una via di mezzo che non rispecchia le potenzialità di un gruppo che è ormai la terza banca italiana per dimensioni e impone una scelta strategica per il futuro. E cioè se seguire l’esempio di Unicredit e rinunciare alla fabbrica prodotto di casa e offrire alla propria clientela fondi comuni esterni, seguendo la via di uno o più accordi di distribuzione, oppure decidere di mantenere la società di gestione, cercando uno sviluppo che faccia leva sulla raccolta della propria rete di sportelli. In questo caso Castagna potrebbe decidere di vendere la propria quota di Anima, la cui partecipazione ai prezzi di Borsa vale circa 230 milioni. Se invece decidesse di cedere Aletti Gestielle, potrebbe ricavarne una cifra vicina ai 500 milioni.

Il segmento in cui Banco Bpm punta a crescere di più, prevedendo nei prossimi tre anni un Cagr del 17%, è quello dell’investment banking, area in cui la banca non rinuncerà a nessuna delle controllate, ma creerà un’unica realtà integrando Banca Akros con Banca Aletti per operare nei settori della consulenza corporate, dell’hedging e del brokerage.

Nella bancassurance il gruppo opera attraverso tre realtà, per cui ci si attende una semplificazione. In particolare, novità potrebbero emergere sul fronte di Popolare Vita, la joint-venture tra Unipol e Banco Popolare, il cui accordo iniziale, dalla durata decennale, avrebbe dovuto essere rinnovato a fine 2016. I due partner si sono dati tempo fino al 30 giugno per decidere se continuare o meno con l’alleanza, a fronte di risultati non particolarmente soddisfacenti per quanto riguarda il passato, ma a prospettive più interessanti per il futuro, dopo la fusione con Bpm. A giugno Unipol deciderà se esercitare l’opzione di cedere la propria quota a Bpm. Secondo le stime il valore potrebbe essere tra i 500 e i 700 milioni. Nel caso in cui il gruppo guidato da Carlo Cimbri decidesse di percorrere tale strada, tuttavia, altri investitori hanno manifestato il proprio interesse a rilevare la quota.

Dal canto suo, invece, Bpm ha portato in dote al gruppo due compagnie assicurative. Avipop, joint-venture con il colosso francese Aviva nel segmento della protezione alla persona, dell’impresa, della casa e altro, e Bipiemme Vita, di cui il gruppo transalpino Covéa detiene l’81 per cento.

Infine, nel credito al consumo il gruppo è presente con due realtà. La prima, Agos Ducato, di cui Banco Popolare detiene il 39%, mentre la maggioranza fa capo al Crédit Agricole, che si è detto disposto a prendere in considerazione ogni ipotesi di sviluppo della jv. La seconda denominata ProFamily, creata da Bpm e attiva nel settore della cessione del quinto e del credito alle famiglie.