Enel – Si avvicina il completamento della centrale geotermica dei record

L’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, l’ha definito “l’impianto dei record: il primo geotermico in America del Sud, il primo a ciclo binario dell’area, il più alto al mondo. È stato estremamente complicato da costruire dal punto di vista logistico, perché lavorare a 4.500 metri di altitudine richiede un certo tipo di fisico e anche un certo tipo di organizzazione, non si possono fare orari lunghi”.

Queste le parole riportate da diverse fonti di stampa e riferite alla centrale di Cerro Pabellón. È stato costruito nel deserto di Atacama, sull’altopiano andino in Cile al confine con la Bolivia, ed è la prima centrale geotermica del Sudamerica.

Il progetto è composto da due unità, ciascuna con una capacità installata di 24 MW, e a regime sarà in grado di produrre circa 340 GWh l’anno, pari al consumo annuo di circa 165mila famiglie cilene. La prima unità è entrata in esercizio lo scorso 31 marzo e la seconda dovrebbe partire a fine giugno. Per allacciare l’impianto alla rete di trasmissione è stato necessario realizzare una linea elettrica ad alta tensione da 220 kV lunga 85 km.

I lavori sono cominciati nel luglio del 2015 per un investimento complessivo di 320 milioni di dollari. Starace spiega che “è un investimento che mediamente si ripaga abbastanza velocemente, perché la produttività è costante, quindi non è come il solare che lavora solo 2mila ore l’anno: una centrale geotermica lavora sempre, 8mila ore, il che significa che il megawatt geotermico vale mediamente il quadruplo del megawatt solare in quella zona”.

Cerro Pabellón incorpora la più avanzata tecnologia geotermica, rendendo l’impianto adatto alle condizione estreme di un’area caratterizzata da forti escursioni termiche e da una grande altitudine. “Ciclo binario” significa che per generare energia l’impianto non immette nulla in atmosfera: l’acqua a 160°C estratta dai pozzi viene lavorata per produrre elettricità e il vapore condensato viene poi re-immesso in due dei quattro pozzi di iniezione scavati, garantendo la sostenibilità a lungo termine della risorsa.