Bim – Il rilancio passa dal private banking di fascia alta

Rifocalizzazione sul private banking di fascia alta, revisione del modello operativo e miglioramento del profilo di rischio: sono questi i punti cardine del piano industriale 2017/21 di Bim, approvato ieri dal board. In particolare, il totale di asset under management è atteso a circa 15 miliardi (9,2 miliardi a fine marzo 2017), il cost/income ratio dovrebbe scendere dall’attuale 96% a circa il 52%, mentre il Cet1 ratio è stimato in crescita all’11,9% nel 2019 per poi raggiungere il 18,6% nel 2021 (11,43% al 31 marzo 2017).

Il cda di Banca Intermobiliare ha approvato il piano strategico 2017-2021, predisposto secondo una logica “stand alone”, ipotizzando che un nuovo azionista in tempi brevi rilevi la quota di maggioranza detenuta da Veneto Banca.

Nel dettaglio, a fine piano, il management prevede di raggiungere un totale di asset under management pari a circa 15 miliardi (9,2 miliardi al 31 marzo 2017), a cui contribuirà una rete di private banker attesa a 296 unità (163 al 31 marzo 2017). Previste nuove erogazioni creditizie per complessivi 365 milioni nell’arco del piano, il 10% delle quali nel 2018. Il rapporto tra margine di intermediazione e raccolta rimarrà nell’ordine di 95 bps (attuali 96 bps, dato annualizzato al 31 marzo 2017), il RoA è atteso in deciso aumento a 125 bps (76 bps annualizzati al 31 marzo 2017), così come il cost/income ratio dovrebbe scendere dall’attuale 96% a circa il 52%, sostenuto dalla crescita delle masse e dall’efficientamento operativo. In discesa dagli attuali 93 bps a circa 49 bps anche il rapporto costi/aum. Le attività ponderate per il rischio (rwa) sono stimate in progressiva riduzione dai 1.403 milioni del 2016 ai 945 milioni del 2021, grazie alle cessioni, il cui valore è stimato pari a 150 milioni, e al derisking.  Di conseguenza migliorerà il Ce1 ratio, atteso in crescita all’11,9% nel 2019 per poi raggiungere il 18,6% nel 2021 (11,43% al 31 marzo 2017).

Sono tre i principali driver su cui si basa l’indirizzo strategico del prossimo quadriennio, nel quale i primi due anni saranno focalizzati sulla ristrutturazione del business, mentre nel biennio successivo le manovre saranno concentrate sullo sviluppo.

Il primo prevede la rifocalizzazione sul private banking di fascia alta, riguardante la clientela con disponibilità superiore al milione di euro. La banca ritiene che l’introduzione della normativa Mifid2, prevista per gennaio 2018, possa essere molto favorevole al suo progetto di private banking di fascia elevata. Questo comporterà, infatti, un’evidente esplicitazione al cliente di tutti i costi realmente pagati, anche perché condurrà a modelli di servizio fortemente consulenziali, in cui l’istituto torinese è già ben posizionato. Contestualmente, cesserà l’attività di impiego alla clientela corporate, giudicata incompatibile con il private banking. L’istituto erogherà solamente crediti lombard a favore della clientela private, con un rigoroso e preciso processo di valutazione del merito creditizio. Inoltre, per il portafoglio crediti deteriorati in essere, è atteso un ulteriore incremento delle coperture, mentre quello crediti corporate verrà progressivamente ridotto.

Il secondo punto riguarda il miglioramento del profilo di rischio. Il board ha individuato un nuovo modello di gestione che permette di ridurre i rischi, definito “capital light”. Tale modello si esplica attraverso una riduzione degli asset ponderati per il rischio (rwa), perseguita, tra l’altro, con la cessione di asset non strategici, che interesseranno l’intero portafoglio immobiliare e la partecipazione in Bim Suisse (in definizione entro luglio 2017); un basso rischio di mercato, con un banking book limitato e una contestuale mitigazione dell’esposizione al rischio Paese, perseguita attraverso la diversificazione per emittente; un basso rischio operativo, con un modello di servizio compliant alle normative; un basso rischio di credito, con un portafoglio concentrato esclusivamente su esposizioni lombard.

Il terzo punto fa riferimento alla revisione del modello operativo. La banca punta a ridurre sensibilmente il proprio cost/income ratio, semplificando e innovando i processi operativi e informatici, e facendo crescere le masse gestite. La prima fase, che dovrebbe concludersi nel 2018, riguarderà in particolare il contenimento dei costi di struttura.  La crescita delle masse gestite sarà possibile sia attraverso sviluppo di nuova clientela, sia attraverso la capacità di attrarre professionisti che oggi ricercano un ambiente dove poter curare con grande attenzione i singoli clienti ed essere totalmente slegati da politiche di budget che complessivamente indirizzano sui prodotti a più alta marginalità.