Crédit Agricole – Vicina la scadenza per definire l’acquisto delle tre casse

È stato messo a posto un altro tassello dell’operazione che dovrebbe portare le Casse di Risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato tra le braccia di Cariparma, controllata italiana di Crédit Agricole. Il 15 settembre scade il termine per la presentazione dell’offerta vincolante.

Ieri, infatti, l’assemblea del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha dato il via libera per aumentare il patrimonio di ulteriori 95 milioni, portandolo da 700 milioni a 795 milioni. L’incremento della dotazione patrimoniale servirà per dare un ulteriore supporto al risanamento dei tre istituti, e si era reso necessario dopo che una nuova due diligence aveva rilevato la necessità di reperire ulteriori 180 milioni rispetto a quanto evidenziato precedentemente.

Il Fitd aveva già destinato 420 milioni per l’aumento di capitale della Cassa di Risparmio di Rimini e di quella di San Miniato, a cui si aggiungerà la nuova dote da 90 milioni. La Cassa di Risparmio di Cesena, invece, era già stata ricapitalizzata per 280 milioni a settembre 2016.

Crédit Agricole si era impegnato a versare 130 milioni una volta che le tre banche saranno ripulite dai loro 3,1 miliardi di npl lordi. Si ricorda che l’operazione, per la banca francese, rientra nel piano strategico “Ambizione 2020” che prevede, tra l’altro, un ampio sviluppo in Italia. L’acquisizione delle tre casse di risparmio consentirà un rafforzamento della clientela di circa il 20 per cento.

Per il deconsolidamento dei crediti problematici è prevista una cartolarizzazione da 1,3 miliardi. Nell’ambito di quest’ultima, la tranche junior dovrebbe essere sottoscritta dallo stesso Fitd per un ammontare di circa 213 milioni.

La tranche senior, pari a 416 milioni, dovrebbe essere collocata tramite un prestito ponte finanziato un pool di banche oppure con un collocamento privato.

La tranche mezzanina, ammontante a 634 milioni, dovrebbe essere sottoscritta per 250 milioni dal fondo Atlante 2 in partnership con altri potenziali operatori, non disponendo di risorse sufficienti dopo l’impegno sottoscritto nell’operazione sugli npl di Mps. Resterebbe la necessità di reperire ulteriori 384 milioni.