Il Ftse Italia Banche avvia l’ottava poco mosso (-0,1%) e in linea all’analogo europeo (-0,2%), rallentando solo in parte il Ftse Mib (+0,3%) che riesce a recuperare nel finale. Quest’ultimo è stato ancora frenato dall’incertezza legata agli ultimi sviluppi politici, con Lega e M5S che sembrano avere raggiunto un accordo sui principali punti programmatici del nuovo governo.
Tuttavia, i due partiti non avrebbero ancora trovato un’intesa sul nome del premier da indicare al capo dello Stato, Sergio Mattarella, con la questione che potrebbe richiede ancora un po’ di tempo.
Tale dinamica continua a riflettersi sullo spread Btp-Bund che si mantiene in area 130 punti base, rallentando il comparto bancario che, tuttavia, è riuscito ancora a tenere grazie ai buoni risultati evidenziati dalla recente tornata di trimestrali.
Nel listino principale Bper (+1,4%) prosegue la cavalcata avviata la settimana scorsa, in scia alla migliore trimestrale di sempre riportata e all’annuncio di una strategia più aggressiva per ridurre del 40% lo stock di Npl entro il 2020.
Risale Banco Bpm (+1,4%), che recupera parte del calo dell’ottava precedente, dopo che la trimestrale aveva messo in luce un utile netto al di sotto del consensus seppure quasi raddoppiato rispetto al primo trimestre 2017.
In evidenza Ubi (+1,1%), la cui performance è stata ancora supportata dai conti del primo trimestre risultati superiori alle attese.
Continua il rally di Mps (+2,5%), sostenuta dal ritorno all’utile dei conti per 187,6 milioni nel primo trimestre 2018 e al completamento della cartolarizzazione delle sofferenze da 24,1 miliardi.
Nel Mid Cap vendite su Popolare Sondrio (-0,7%) nonostante la buona trimestrale riportata, così come su Credem (-1%), penalizzato dallo stacco della cedola da 0,20 euro riferita al dividendo 2017
Recupera leggermente Creval (+0,8%), dopo il calo dei giorni scorsi causa dei conti del primo trimestre che hanno messo in luce una perdita netta di 30,1 milioni.
Tra le Small Cap termina flat Carige, dopo il rialzo della settimana precedente in scia ai conti dei primi tre mesi del 2018 tornati in nero per 6,4 milioni dopo cinque anni.
Pesante calo Banca Finnat (-6,9%), dopo che nel primo trimestre l’utile netto è sceso del 13% a 1,4 milioni rispetto ai primi tre mesi del 2017 e penalizzata anche dallo stacco della cedola da 0,03 euro per azione relativa al dividendo 2017.