Il Ftse Italia Banche chiude con un lieve ribasso dello 0,4% e in linea all’analogo europeo (-0,6%), frenando anche il Ftse Mib (-1,4%).
Sul mercato torna dunque a farla da padrone la cautela in attesa di novità sul fronte dei rapporti commerciali gli Stati Uniti e i principali partner dopo l’incontro positivo tra il presidente americano, Donald Trump, e quello della Commissione UE, Jean Claude Juncker, che hanno trovato un accordo per sospendere l’introduzione di nuovi dazi. Sullo sfondo resta sempre l’attenzione sui prossimi passi del Governo per sostenere la crescita, con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha precisato che anche nel 2019 il rapporto deficit/Pil resterà sotto il 3 per cento.
In tale contesto rallenta nuovamente anche il comparto bancario dopo la buona seduta di martedì, in attesa che la prossima settimana entri nel vivo la stagione delle trimestrali.
Seduta a due velocità per i titoli del listino principale, tra i quali prosegue la serie positiva di UniCredit (+0,1%), dopo che l’Eba ha confermato il giudizio positivo sul trattamento dei ‘cashes’, di Ubi (+0,3%) e di Mediobanca (+1,1%).
Tornano le vendite su Mps (-1,6%), nonostante Fitch abbia confermato il rating sulla banca senese.
Frena di nuovo per Credem (-2,7%), mentre sale ancora Popolare Sondrio (+0,4%), dopo che il decreto Milleproroghe ha fissato al 31 ottobre il termine entro il quale deve avvenire la trasformazione in spa. Altro rally per Creval (+4,9%), in scia all’ufficialità che Crédit Agricole entrerà nel capitale con una quota del 5% nell’ambito di un accordo di bancassurance, segmento quest’ultimo oggetto di un riassetto.
Tra le Small Cap cede Carige (-2,4%), con la Bce che continua a monitorare la situazione e che secondo indiscrezioni di stampa avrebbe bacchettato Vittorio Malacalza, primo azionista della banca ligure con il 20,6%, sulle modalità con cui ha comunicato le proprie scelte di governance.
Si interrompono le vendite su Banco Desio (invariato), reduce da tre sedute consecutive chiuse in ribasso.