Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un ribasso del 2,9% e in linea all’omologo europeo (-2,3%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,9%).
Gli investitori continuano a manifestare timori sulla sostenibilità dei conti pubblici italiani. Il commissario europeo agli Affari Economici e Monetari, Pierre Moscovici, che lo scorso giovedì sera ha incontrato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha consegnato allo stesso inquilino del Tesoro la lettera con cui l’organismo comunitario chiede chiarimenti ed esprime in via formale i rilievi sulla bozza della legge di bilancio 2019. Nella missiva si precisa che la manovra presenta “deviazioni significative e senza precedenti” dalle regole di bilancio comunitarie, soprattutto in riferimento al rapporto deficit/Pil.
L’Italia dovrà fornire una replica entro oggi e, sulla base di questa, la Commissione Europea entro il 31 ottobre giudicherà se il documento rispetta i diktat comunitari o se richiedere dei correttivi. Tria ha ribadito: “Le nostre scelte non mettono in alcun modo in pericolo la tenuta dei conti pubblici”.
In tale scenario lo spread Btp-Bund si è impennato portandosi oltre quota 300 pb, portandosi nelle ultime sedute anche sopra 310 pb, 320 pb e 330 pb e arrivando a sfiorare i 340 pb (fonte Mts Markets), penalizzando il comparto bancario. Quest’ultimo, inoltre, è stato frenato anche dalla notizia relativa che nel Documento programmatico di Bilancio predisposto dal Governo sono previsti provvedimenti che aumenteranno il carico fiscale di 3,3 miliardi nel 2019.
In rosso quasi tutti i titoli del listino principale, tra i quali resistono meglio Bper (-1,8%), che nelle prossime settimane presenterà il nuovo piano industriale, e Intesa Sanpaolo (-2,1%), la cui controllata Fideuram-Ispb punta a crescere all’estero secondo quanto dichiarato in un’intervista dall’Ad Paolo Molesini. In controtendenza Mediobanca (+2,6%), su cui secondo quanto riportato da Bloomberg Kepler Cheuvreux ha confermato il ‘buy’ e con BlackRock che detiene una quota appena sopra il 5% del capitale. L’istituto di piazzetta Cuccia sarà il primo il cui cda si riunirà il prossimo 25 ottobre per i conti trimestrali, con la controllata CheBanca che ha già mostrato una crescita dell’utile netto (+5,7% annuo a 6,3 milioni nel primo trimestre 2018/19).
Nel Mid Cap vendite su Credem (-4,1%) e Popolare Sondrio (-3%), con il Consiglio di Stato che entro 45 giorni emanerà la sentenza sulla riforma delle popolari. In rosso Creval (-2,2%), il cui neo confermato Ad Mauro Selvetti che al momento lo sforzo è concentrato sul ritorno alla redditività. Pesante Mps (-12,1%), con la banca che resta sotto i riflettori per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’allargamento dello spread e l’incertezza sulle decisioni che potrebbero essere prese dal Governo sul destino dell’istituto, inclusi i vertici.
Tra le Small risale Carige (+4,1%), con il management al lavoro nell’ottica dell’emissione del bond subordinato per ripristinare i livelli di capitale e sulla cessione degli asset non considerati strategici. Sotto pressione Banca Profilo (-3,4%), che ha avviato il servizio di robo advisory con Tinaba.