Nel terzo trimestre del 2018 Campari ha incrementato il proprio fatturato dell’1,8% su base annua a 422,4 milioni.
A livello di margini operativi, l’Ebitda adjusted si è attestato a 111,9 milioni, contro i 107,6 milioni del pari periodo di confronto. In leggero aumento la relativa marginalità dello 0,6 per cento.
L’Ebit adjusted sale invece del 5,1% a 98,7 milioni.
Infine, in calo l’utile ante imposte del gruppo, pari a 83,5 milioni rispetto ai 128,8 milioni del 2017 che però avevano beneficiato di proventi non ricorrenti per 43,2 milioni nel periodo luglio-settembre 2017 derivanti in gran parte proventi dalla cessione dei business vinicoli cileno e francese e dei brand Carolans e Irish Mist.
Dal lato patrimoniale, al 30 settembre 2018 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 913,8 milioni (981,4 milioni a fine dicembre 2017).
Nella restante parte dell’anno il management si attende di continuare a crescere grazie ai marchi a priorità globale e regionale ad elevata marginalità nei principali mercati sviluppati, fatta eccezione per SKYY che invece continuerà ad essere impattata da destocking negli Stati Uniti.
Il management ritiene infatti che i principali mercati sviluppati continueranno a registrare una performance superiore rispetto ai mercati a bassa marginalità a causa di un contesto macroeconomico vulnerabile data anche l’instabilità politica.