Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un balzo del 4,9% e sovra-performando di oltre tre punti percentuali l’omologo europeo (+1,5%), trainando anche il Ftse Mib (+2,5%).
L’attenzione degli investitori continua ad essere rivolta alla tenuta dei conti pubblici italiani. Il mercato resta in attesa dell’evolversi del dialogo tra Commissione Europea e Governo italiano sui target della manovra economica varata da Roma dopo le prove di distensione dello scorso fine settimana.
Tuttavia, al momento non è ancora chiaro su come l’esecutivo tricolore agirà concretamente per correggere la manovra per evitare l’avvio formale di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si è detto fiducioso sul fatto che una simile eventualità possa essere evitata. “Con l’Italia l’atmosfera è buona, stiamo facendo progressi”, ha sottolineato il numero uno dell’organismo comunitario, Jean Claude Juncker.
“Dobbiamo tenere i conti in ordine quindi la stabilità del quadro di finanza pubblica è fondamentale. Le reazioni dei mercati finanziari non ci lasciano assolutamente indifferenti. Il fatto che lo spread sia ancora alto per quanto ci riguarda è una questione che si sicuramente come autorità di Governo non mi trova distratto. Stiamo lavorando perché questa situazione venga superata”, ha affermato il premier, Giuseppe Conte.
In tale scenario lo spread Btp-Bund si mantiene ancora stabile in area 290 pb (fonte Mts Markets) dopo essersi ristretto a tale livello lo scorso lunedì. Tale andamento ha consentito al comparto bancario di mettere a segno un consistente rimbalzo. Intanto, oggi l’Ecofin discuterà di alcune importanti misure per il settore.
Significativi acquisti su tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali mette il turbo Banco Bpm (+10%), il cui cda si è riunito giovedì per decidere sul fronte del riassetto del credito al consumo e sul de-risking, con la decisione definitiva che dovrebbe essere presa entro metà dicembre.
Forte scatto anche per Ubi (+7,6%), su cui l’agenzia Dbrs ha confermato rating e outlook. In spolvero Mediobanca (+6,3%), in attesa di conoscere il destino del patto di sindacato.
Sugli scudi UniCredit (+4,8%), che ha collocato un bond senior non-preferred in dollari da 3 miliardi con scadenza a cinque anni, le cui ragioni sono state illustrate in un’intervista dal Ceo Jean Pierre Mustier, con l’istituto nel frattempo procede nella riduzione dello stock di crediti deteriorati con la cessione di due portafogli di Npl.
Sul Mid Cap bene Credem (+3,4%), che ha portato l’Npe ratio lordo sotto il 5%, Creval (+3,4%), con il Crédit Agricole che non intende assumerne il controllo, e Popolare Sondrio (+2,2%), con il Senato che ha dato il via libera alla proroga a fine 2019 del termine per la trasformazione in spa.
Forte rimonta di Mps (+12,6%), con l’istituto che resta sotto i riflettori per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’andamento dello spread e che secondo indiscrezioni di stampa ha rimandato al 2019 l’emissione di titoli subordinati.
Tra le Small Cap exploit di Carige (+25%) che quota intorno a 0,002 euro, il cui cda ha approvato il piano di conservazione del capitale inviato poi alla Bce e ha dato il via libera all’emissione e al collocamento, partito venerdì 30 novembre, di un bond subordinato fino a un massimo di 400 milioni che pagherà una cedola del 13 per cento. L’assemblea dello Schema Volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha dato l’assenso a sottoscrivere una quota di 318,2 milioni dello stesso, mentre 1,8 milioni saranno versati da Banco Desio. Il fondo Attestor, secondo indiscrezioni, potrebbe essere interessato a una quota degli 80 milioni residui. La banca, nel frattempo, procede nel de-risking.
In luce lo stesso Banco Desio (+3,4%), che sta studiando la fattibilità di un’incorporazione di Banca Popolare di Spoleto.