Sogefi – Forex e aumento costi dell’acciaio pesano sui margini nel 2018

Sogefi ha archiviato il 2018 con risultati sostanzialmente in linea ai dati preliminari comunicati lo scorso 4 febbraio. Nel dettaglio, i ricavi sono diminuiti dell’1,5% a 1.623,8 milioni, risentendo del calo della produzione del mercato automobilistico mondiale e dell’impatto sfavorevole delle valute (+3,2% a cambi costanti). L’effetto cambi negativo, unito all’incremento dei prezzi dell’acciaio per le Sospensioni, ha penalizzato anche i margini operativi, con l’Ebitda sceso dell’8% a 190 milioni e l’Ebit del 28% a 62 milioni. Infine, l’utile netto si è sostanzialmente dimezzato a 14 milioni.

Nel 2018 il mercato automobilistico mondiale ha registrato una flessione della produzione dell’1%, con un calo in Europa (-2%), Nord America (-0,6%) e in Asia (-2,3%), mentre il Sud America ha evidenziato un in incremento del 3,2 per cento.

Un andamento negativo accelerato ulteriormente nel quarto trimestre, con una riduzione dei volumi del 5,4% rispetto al pari periodo 2017.

In tale contesto, Sogefi ha chiuso il 2018 con ricavi in calo dell’1,5% a 1.623,8 milioni, registrando invece un incremento del 3,2% a cambi costanti. A livello di aree geografiche, l’Europa ha segnato un -1,5% a 997,5 milioni (-1,4% a cambi costanti), il Nord America un +0,9% a 294,7 milioni (+5,7% a cambi costanti), il Sud America un -6,8% a 182 milioni (+28% a cambi costanti) e l’Asia un -0,3% a 160,9 milioni (+4,8% a cambi costanti).

Per quanto riguarda le singole business unit, l’Aria e Raffreddamento ha registrato un -1,9% a 486,6 milioni, le Filtrazioni un -1,7% a 537,2 milioni e le Sospensioni un -1,1% a 602,6 milioni.

Nel solo quarto trimestre, invece, il fatturato è sceso dello 0,4% a 404 milioni, risultando però in aumento del 3,1% a cambi costanti.

L’Ebitda è diminuito dell’8,2% a 190 milioni, con una marginalità all’11,7% (-90 punti base), risentendo in particolare dell’effetto cambi negativo (per 6,2 milioni) e dell’andamento del business delle Sospensioni penalizzato dall’incremento dei prezzi dell’acciaio.

In forte diminuzione l’Ebit, che ha segnato un -27,9% a 61,9 milioni con un ros al 3,8% (-140 punti base), scontando il calo dell’Ebitda e l’aumento degli ammortamenti. Sul dato hanno influito anche la sopravvenienza attiva generata dall’accordo sui claims (6,6 milioni), la svalutazione dell’attivo afferente al sito di Fraize in vista della sua cessione (-5,2 milioni) e l’applicazione del principio IAS 29 alle attività argentine (-2,6 milioni).

L’esercizio si è chiuso con una riduzione dell’utile netto del 47,4% a 14 milioni, con la diminuzione degli oneri finanziari netti controbilanciata dall’aumento del tax rate dal 43,3% al 54,5 per cento.

Dal lato patrimoniale, infine, l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 260,5 milioni, rispetto ai 264 milioni al 31 dicembre 2017, con un free cash flow di circa 25,7 milioni nel solo quarto trimestre che ha permesso di recuperare il temporaneo andamento sfavorevole del capitale circolante registrato nel quarto trimestre (indebitamento al 30 settembre 2018 pari a 286,2 milioni).