Il Ftse Italia Banche chiude con un calo del 3% e allineato all’omologo europeo (-3,3%), frenando anche il Ftse Mib (-2,9%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze sono pronte a proseguire i negoziati.
Sul fronte italiano, il nuovo Governo appoggiato da 5 Stelle e PD e guidato da Giuseppe Conte ha aggiornato i target della manovra, che prevede un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund leggermente risalito in area 145 pb, sul comparto bancario sono prevalse le vendite.
Lettera su quasi tutti i titoli Ftse Mib, tra i quali resiste meglio Banco Bpm (-0,2%), dopo che il Ceo Giuseppe Castagna, ha detto che una potenziale fusione con Ubi avrebbe senso da un punto di vista strategico.
Ubi (-1,5%) contiene il calo sotto il 2%, con il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Giandomenico Genta, che ha parlato di potenziali aggregazioni da esaminare.
Sul Mid Cap ritraccia ancora Mps (-2,9%), con il mercato che resta in attesa di capire come lo Stato intende uscire dal capitale e con la banca che prosegue l’iter per la cessione di alcuni immobili.
Sottotono Popolare Sondrio (-1,1%), con il fondo Amber che, attraverso un’intervista rilasciata da un suo esponente, ritiene il titolo sottovalutato considerando i buoni fondamentali della banca.
Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.