Banche (+0,2%) – Ben intonato Banco Bpm (+2,6%)

Il Ftse Italia Banche chiude con un lieve rialzo dello 0,2% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (-0,2%), tenendo a galla anche il Ftse Mib (+0,1%).

Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze sono pronte a proseguire i negoziati. A questo si aggiunge l’incognita Brexit.

Sul fronte italiano, il nuovo Governo appoggiato da 5 Stelle e PD e guidato da Giuseppe Conte ha aggiornato i target della manovra, che prevede un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo.

In questo contesto, con lo spread Btp-Bund sceso di nuovo in area 140 pb, sul comparto bancario sono prevalsi leggermente gli acquisti.

Nel Ftse Mib spicca Banco Bpm (+2,6%), dopo che il Ceo Giuseppe Castagna, ha detto che una potenziale fusione con Ubi avrebbe senso da un punto di vista strategico.

In luce Mediobanca (+1,2%), con Leonardo Del Vecchio che secondo indiscrezioni di stampa starebbe studiando la possibilità di salire oltre il 10 per cento.

Sul Mid Cap risale Mps (+0,7%), con il mercato che resta in attesa di capire come lo Stato intende uscire dal capitale e con la banca che prosegue l’iter per la cessione di alcuni immobili oltre che collocato un bond.

In rimonta Popolare Sondrio (+1,6%), con il fondo Amber che, attraverso un’intervista rilasciata da un suo esponente, ritiene il titolo sottovalutato considerando i buoni fondamentali della banca.

Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.