Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un ribasso del 3,2% e tenendo meglio dell’omologo europeo (-4,3%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-2,5%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze sono pronte a proseguire i negoziati. A questo si aggiunge l’incognita Brexit.
Sul fronte italiano, il nuovo Governo appoggiato da 5 Stelle e PD e guidato da Giuseppe Conte ha aggiornato i target della manovra, che prevede un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo.
In questo contesto, nonostante lo spread Btp-Bund mantenutosi in area 140-145 pb, sul comparto bancario sono prevalse nettamente le vendite.
Nel Ftse Mib resiste meglio Banco Bpm (-0,4%), dopo che il Ceo Giuseppe Castagna ha detto che una potenziale fusione con Ubi avrebbe senso da un punto di vista strategico.
In rosso Mediobanca (-2%), con Leonardo Del Vecchio che secondo indiscrezioni di stampa starebbe studiando la possibilità di salire oltre il 10%, anche se al momento è in una posizione di attesa.
Sul Mid Cap tiene Mps (0,0%), con il mercato che resta in attesa di capire come lo Stato intende uscire dal capitale, per cui potrebbe essere propedeutica un’accelerazione nel de-risking. Nel frattempo, la banca prosegue l’iter per la cessione di alcuni immobili, oltre ad avere collocato un bond.
Limita il ribasso Popolare Sondrio (-0,6%), con il fondo Amber che, attraverso un’intervista rilasciata da un suo esponente, ritiene il titolo sottovalutato considerando i buoni fondamentali della banca.
Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.