Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo del 2,2% e allineato all’omologo europeo (+2,6%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1,2%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima. Non bisogna poi dimenticare la questione Brexit.
Sul fronte italiano, il Governo, che ha aggiornato i target della manovra con un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo, ha ultimato i dettagli del documento programmatico relativo alla manovra 2020 che ieri doveva essere inviata alla Commissione Europea.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund sceso a 135 pb, il comparto bancario è risultato vivace, sostenute anche dai solidi conti delle americane JP Morgan e Citigroup.
Nel Ftse Mib si mette in luce Banco Bpm (+2,8%), che potrebbe rinviare a inizio 2020 la presentazione del nuovo piano strategico e con il mercato che vede un potenziale “matrimonio” con Ubi (+2%), con quest’ultima che ha lanciato un bond.
Bene UniCredit (+3,2%), che a partire dal 2020 intende applicare i tassi negativi sui depositi oltre 1 milione e che prosegue con il de-risking. Inoltre, sono ritornati i rumor sulla possibile creazione di una sub-holding sulle attività estere.
Sul Mid Cap risale Mps (+0,7%), con il mercato che resta in attesa di capire come lo Stato intende uscire dal capitale, con il de-risking che potrebbe slittare al 2020 secondo gli ultimi rumor.
Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.