Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1,6% e in direzione opposta all’analogo europeo (-0,8%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,4%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato la fase 1 dell’accordo commerciale, anche se adesso c’è qualche preoccupazione legata al diffondersi del coronavirus con epicentro la Cina, in saliscendi.
Sul fronte italiano, l’esito delle recenti elezioni regionali ha rafforzato la tenuta del Governo appoggiato da PD e M5S, nonostante il crollo di quest’ultimo nella stessa tornata elettorale, anche se ci sono contrasti su alcune questioni, mentre gli ultimi dati hanno confermato la stagnazione dell’economia.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund rimasto in area 130 pb, sul comparto bancario sono continuati gli acquisti.
Sul Ftse Mib protagonista di giornata è Ubi (+23,5%), in scia all’annuncio dell’Ops da parte di Intesa Sanpaolo (+2,4%) sull’intero capitale della banca, subito dopo la presentazione del nuovo piano industriale che prevede un utile netto di 665 milioni nel 2022.
In gran spolvero Banco Bpm (+4,8%), che alzerà il velo sul piano strategico il prossimo 3 marzo, mentre frena Bper (-10,8%), che dovrebbe acquistare 400/500 sportelli nell’ambito del deal Intesa Sanpaolo-Ubi con il sostegno di un aumento di capitale fino a un massimo di 1 miliardo.
Sul Mid Cap scatta Mps (+5,1%), in attesa di novità sulle trattative tra Mef e UE sul de-risking, propedeutica all’uscita pubblica dal capitale. Altro rally di Popolare Sondrio (+10,3%), dopo il parere dell’Avvocatura UE sulla riforma delle popolari.
Tra le Small Cap focus su Carige, che adesso può tornare a concentrarsi sull’attività ordinaria, anche in vista della riammissione in Borsa. Molto bene Banca Finnat (+9,1%).