Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dello 0,7% e in direzione opposta all’analogo europeo (-0,2%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato la fase 1 dell’accordo commerciale, anche se adesso c’è qualche preoccupazione legata al diffondersi del coronavirus con epicentro la Cina, in saliscendi.
Sul fronte italiano, l’esito delle recenti elezioni regionali ha rafforzato la tenuta del Governo appoggiato da PD e M5S, nonostante il crollo di quest’ultimo nella stessa tornata elettorale, anche se ci sono contrasti su alcune questioni, mentre gli ultimi dati hanno confermato la stagnazione dell’economia.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund risalito in area 135 pb, sul comparto bancario sono proseguiti gli acquisti.
Sul Ftse Mib seduta di consolidamento per Ubi (+0,2%), dopo lo scatto seguito all’annuncio dell’Ops da parte di Intesa Sanpaolo (+0,1%) e con la banca che si affiderà a degli advisor per valutare la proposta. Il tutto è avvenuto subito dopo la presentazione del nuovo piano industriale.
In luce Banco Bpm (+1,9%), che alzerà il velo sul piano strategico il prossimo 3 marzo e il cui vertice ha ribadito la strategia di crescita organica, così come quello di UniCredit (+0,5%), mentre frena ancora Bper (-0,3%), che dovrebbe acquistare 400/500 sportelli nell’ambito del deal Intesa Sanpaolo-Ubi con il sostegno di un aumento di capitale fino a un massimo di 1 miliardo.
Sul Mid Cap preme sull’acceleratore Mps (+11,5%), in attesa di novità sulle trattative tra Mef e UE sul de-risking, propedeutica all’uscita pubblica dal capitale. Ancora acquisti su Popolare Sondrio (+1,9%), dopo il parere dell’Avvocatura UE sulla riforma delle popolari.
Tra le Small Cap focus su Carige, che adesso può tornare a concentrarsi sull’attività ordinaria, anche in vista della riammissione in Borsa. Bene Banca Finnat (+4,2%).