Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso del 2,1% e al di sotto dell’analogo europeo (-1,2%), frenando anche il Ftse Mib (-1,6%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato la fase 1 dell’accordo commerciale, anche se adesso c’è qualche preoccupazione legata al diffondersi del coronavirus con epicentro la Cina, in saliscendi.
Sul fronte italiano, l’esito delle recenti elezioni regionali ha rafforzato la tenuta del Governo appoggiato da PD e M5S, nonostante il crollo di quest’ultimo nella stessa tornata elettorale, anche se ci sono contrasti su alcune questioni, mentre gli ultimi dati hanno confermato la stagnazione dell’economia.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund rimasto in area 135 pb, sul comparto bancario è scattato qualche realizzo dopo gli ultimi rialzi in scia all’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi.
Sul Ftse Mib ritraccia Ubi (-2,2%), dopo lo scatto seguito all’annuncio dell’Ops da parte di Intesa Sanpaolo (-2,1%) e con la banca che si affiderà a degli advisor per valutare la proposta. Il tutto è avvenuto subito dopo la presentazione del nuovo piano industriale.
Contiene il calo Banco Bpm (-0,2%), che alzerà il velo sul piano strategico il prossimo 3 marzo e il cui vertice ha ribadito la strategia di crescita organica, mentre rimbalza Bper (+1,6%), che dovrebbe acquistare 400/500 sportelli nell’ambito del deal Intesa Sanpaolo-Ubi con il sostegno di un aumento di capitale fino a un massimo di 1 miliardo.
Sul Mid Cap realizzi su Mps (-3,9%), in attesa di novità sulle trattative tra Mef e UE sul de-risking, propedeutica all’uscita pubblica dal capitale. Prese di beneficio su Popolare Sondrio (-5,8%), dopo il rally seguito al parere dell’Avvocatura UE sulla riforma delle popolari, e Creval (-2,8%), dopo la corsa post conti.
Tra le Small Cap focus su Carige, che adesso può tornare a concentrarsi sull’attività ordinaria, anche in vista della riammissione in Borsa.
