Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con un ribasso dello 0,4% e al di sopra dell’analogo europeo (-2,7%), frenando anche il Ftse Mib (-0,4%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato la fase 1 dell’accordo commerciale, anche se adesso c’è qualche preoccupazione legata al diffondersi del coronavirus con epicentro la Cina, in saliscendi.
Sul fronte italiano, l’esito delle recenti elezioni regionali ha rafforzato la tenuta del Governo appoggiato da PD e M5S, nonostante il crollo di quest’ultimo nella stessa tornata elettorale, anche se ci sono contrasti su alcune questioni, mentre gli ultimi dati hanno confermato la stagnazione dell’economia.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund salito in area 135 pb, sul comparto bancario sono prevalse di poco le vendite.
Sul Ftse Mib exploit di Ubi (+27,4%), in seguito all’annuncio dell’Ops da parte di Intesa Sanpaolo (+0,6%) e con la banca che si affiderà a degli advisor per valutare la proposta. Il tutto è avvenuto subito dopo la presentazione del nuovo piano industriale.
Vola Banco Bpm (+9,1%), che alzerà il velo sul piano strategico il prossimo 3 marzo e il cui vertice ha ribadito la strategia di crescita organica, così come UniCredit (-5,1%), su cui si rincorrono rumor sul vertice.
In rosso Bper (-9,4%), che dovrebbe acquistare 400/500 sportelli nell’ambito del deal Intesa Sanpaolo-Ubi con il sostegno di un aumento di capitale fino a un massimo di 1 miliardo.
Sul Mid Cap boom di Mps (+%), in attesa di novità sulle trattative tra Mef e UE sul de-risking, anche in ottica M&A, mentre il Ceo Marco Morelli non continuerà il mandato. Mettono il turbo Popolare Sondrio (+6%), in seguito al parere dell’Avvocatura UE sulla riforma delle popolari, e Creval (+5,8%).
Tra le Small Cap focus su Carige, che adesso può tornare a concentrarsi sull’attività ordinaria, anche in vista della riammissione in Borsa. In luce Banca Finnat (+15,5%).