Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso del 2,1% e poco al di sotto dell’analogo europeo (-1,5%), frenando solo in parte il Ftse Mib (+0,4%).
Sul versante internazionale, dopo che Usa e Cina hanno firmato la fase 1 dell’accordo commerciale, adesso le preoccupazioni sono connesse al diffondersi del coronavirus oltre i confini cinesi, in attesa di mosse concrete da parte di governi e banche centrali per contrastarne gli effetti, iniziate con il taglio di 50 punti base da parte della Fed.
Anche sul fronte italiano sono scattati timori legati al coronavirus dopo i contagi accertati, per i possibili riflessi sull’economia.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund ristrettosi in area 160-170 pb, il comparto bancario ha archiviato un’altra seduta di vendite, anche se in misura molto meno accentuata rispetto alle ultime sedute, dopo un iniziale tentativo di rimbalzo.
Sul Ftse Mib resistono meglio Ubi (-0,5%) e Intesa Sanpaolo (-0,8%), al lavoro con i rispettivi advisor sull’Ops promossa dalla seconda sulla prima.
In calo Banco Bpm (-8,2%), che ha alzato il velo sul piano industriale al 2023 e il cui Ceo Giuseppe Castagna ha ribadito la strategia di crescita stand-alone, aggiungendo che un’eventuale aggregazione potrebbe essere analizzata solo in caso di deal tra pari.
Sul Mid Cap ritraccia ancora Mps (-5,7%), in attesa di novità sulle trattative tra Mef e UE sul de-risking, anche in ottica M&A, mentre nel frattempo la banca ha ceduto un pacchetto di immobili.
Tra le Small Cap focus su Carige, che adesso può tornare a concentrarsi sull’attività ordinaria, anche in vista della riammissione in Borsa.