Nelle sedute dal 9 al 13 marzo il Ftse Italia Tecnologia ha chiuso nuovamente in calo del 21,6%, sottoperformando l’Euro Stoxx Tecnologia (-15,7%) ma con una variazione simile a quella del Ftse Mib (-23,3%).
La diffusione del coronavirus ha scatenato il panico sui mercati, in particolare nella seduta di giovedì in cui il listino milanese ha registrato la peggior variazione di sempre, mentre Wall Street ha messo a segno la sessione più negativa dal 1987. Pesante anche il petrolio dopo il mancato accordo fra Opec e Russia sui tagli alla produzione.
A scatenare le vendite, anche le prime risposte di governi e banche centrali per contrastare la pandemia, giudicate troppo deboli. In particolare, la Bce si è limitata ad incrementare gli acquisti di titoli, senza tagliare i tassi. Dalla Fed ci si attende questa settimana una riduzione del costo del denaro pari all’1 per cento.
Tornando al comparto tech e tlc di Piazza Affari, sprofonda la big cap Stm (-22,1%) così come la tlc Telecom Italia (-22,5%), quest’ultima nonostante i conti 2019 e il piano 2020-22. Tim ha inoltre preso atto della multa da 116 milioni dall’AGCM per aver ostacolato lo sviluppo della fibra. La controllata brasiliana, intanto, è pronta a formulare un’offerta congiunta con Telefonica per il gruppo OI.
Anche le mid cap scontano il clima di avversione al rischio, nonostante Sesa (-24,6%) abbia chiuso i primi 9 mesi dell’esercizio 2019-2020 con risultati superiori al mercato e al track record storico del Gruppo. Pubblicati anche i conti di Reply (-15,8%).
Le vendite investono anche le aziende a minor capitalizzazione, in particolare It Way (-32,9%) ed Esprinet (-29,4%). Si segnalano i risultati di Eurotech (-19,6%), Cellularline (-17,2%), Be (-24,1%) e Txt (-25,4%). Retelit (-12,4%), oltre ai conti, ha approvato anche il piano industriale 2020-2024.