Hera – Nel 2019 Ebitda a valore condiviso cresce del 13% a 422,5 mln

Il bilancio di sostenibilità 2019 della multiutility bolognese si focalizza sull’approccio strategico del valore condiviso (CSV – Creating Shared Value).

Nel 2019 l’Ebitda “a valore condiviso”, ovvero la quota parte di margine operativo lordo che deriva dalle attività di business in grado di rispondere agli obiettivi dell’Agenda ONU, è stato di 422,5 milioni, in crescita del 13% rispetto al 2018 e pari al 39% del totale (1.085 milioni, +5,2% a/a).

Un risultato in linea con il piano industriale al 2023, che prevede che tale aggregato raggiunga il 42% del totale nell’ultimo anno di piano.

Per Hera, l’Ebitda a valore condiviso è cruciale per misurare i progressi nella direzione della sostenibilità e dalla sua crescita dipende circa il 20% della remunerazione variabile dei dirigenti e quadri del Gruppo.

Confermata la selezione di 11 SDGs, di cui 6 prioritari, che costituiscono la porzione dell’Agenda ONU a cui il gruppo contribuisce con le proprie attività. Obiettivi sostenibili che la società presieduta da Tomaso Tommasi di Vignano sintetizza in tre ambiti: uso intelligente dell’energia, uso efficiente delle risorse e innovazione e contributo allo sviluppo del territorio.

Per uso intelligente dell’energia, il gruppo intende ridurre i consumi energetici propri e dei propri clienti e promuovere le energie rinnovabili e la decarbonizzazione.

La multiutility ha ridotto i propri consumi del 5,1% rispetto al 2013 e grazie alle ulteriori iniziative di efficienza pianificate intende raggiungere un risparmio complessivo del 5,9% superando così il target del 5% fissato per il 2020. Invece, ai clienti residenziali e business il gruppo offre soluzioni di efficienza energetica a cui si è aggiunto nel 2019 il Diario dei consumi, un report gratuito riprogettato con la collaborazione del Politecnico di Milano per sensibilizzare al risparmio energetico.

Chiave anche la decarbonizzazione sia in tema di offerta commerciale, con il lancio di Hera Impronta Zero che prevede energia elettrica 100% rinnovabile e garantisce la compensazione delle emissioni di gas serra, sia sul fronte interno.

Hera infatti si è impegnata a ridurre il proprio impatto sul clima attraverso l’acquisto di energia elettrica rinnovabile per tutte le principali società del gruppo, la produzione di 6,5 milioni di mc di biometano dai rifiuti organici nell’impianto di S. Agata Bolognese e la riduzione del 22% nell’indice di intensità di carbonio nella produzione di energia.

Anno positivo anche in materia di uso efficiente delle risorse. Con l’ulteriore incremento della raccolta differenziata, giunta al 64,6% (media Italia 2018: 58,1%) e la riduzione del ricorso alla discarica per i rifiuti urbani che si attesta al 3,4% (media Italia 2018: 24%), Hera ha anticipato di quasi 20 anni l’obiettivo UE in materia di economia circolare.

Migliora ancora la quota di recupero di materia ed energia negli impianti di selezione di Herambiente, pari all’83% nel 2019 (era 77% nel 2018) e della plastica riciclata venduta da Aliplast, che nel 2019 ha quasi raggiunto le 73 mila tonnellate (+14% rispetto al 2018).

Il gruppo ha anche dato il via a iniziative per migliorare la “circolarità” delle proprie attività operative: il progetto di water management, che ha permesso la riduzione del 5,5% dei consumi idrici nell’anno; la diffusione del già citato Diario dei consumi a un campione di circa 80 mila clienti residenziali del servizio idrico; il progetto di circular procurement che mira a introdurre i princìpi dell’economia circolare nei processi di acquisto.

In tema di sviluppo economico del territorio, nel 2019 il valore delle forniture da aziende locali si è confermato al 69% del totale raggiungendo 695 milioni (+10% a/a) mentre l’indotto occupazionale è stimato in circa 8.400 persone.

Gli investimenti in innovazione sono stati pari a circa 78 milioni e dedicati a smart city, economia circolare, utility 4.0 e customer experience.

Infine, in tema di tutela dell’aria e del suolo, nello scorso anno il Gruppo Hera ha contenuto le emissioni dei propri termovalorizzatori, mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e le progettazioni realizzate da Heratech hanno comportato un riutilizzo di suolo per il 77% del totale.