Eni ha chiuso il secondo trimestre 2020 con una perdita operativa adjusted di 0,434 miliardi rispetto all’utile operativo adjusted di 2,279 miliardi del pari periodo 2019, facendo però meglio dei -0,66 miliardi attesi dal consensus.
Superiore alle previsioni anche il risultato netto adjusted che ha evidenziato un rosso di 0,714 miliardi (-0,93 miliardi il consensus) rispetto all’utile di 0,562 miliardi del secondo trimestre dello scorso anno.
Per quanto riguarda l’outlook 2020, Eni prevede una riduzione dei Capex di circa 2,6 miliardi a 5,2 miliardi quest’anno, mentre per il 2021 sono programmati ulteriori 2,4 miliardi di tagli, concentrati quasi interamente nell’upstream.
La produzione 2020 è attesa a 1,71-1,76 mboe/g compresi i tagli Opec+, mentre il gruppo implementerà un programma di ottimizzazione costi con risparmi attesi quest’anno di circa 1,4 miliardi.
Allo scenario 2020 di 40 $/barile previsto un flusso di cassa ante variazioni del working capital adjusted di €6,5 miliardi, in grado di finanziare i capex previsti per il 2020.
Infine, Eni ritiene di essere ben posizionata per superare l’attuale downturn del mercato grazie alla resilienza del portafoglio di asset oil&gas a contenuto break-even ed alla solida situazione patrimoniale.
Al 30 giugno 2020, la Società dispone di una riserva di liquidità di circa 17,7 miliardi di cui 6,5 miliardi di attivi di tesoreria, 6 miliardi investiti in attività liquide, 0,5 miliardi di crediti finanziari a breve e 4,7 miliardi di linee di credito committed.