Banche (+2,7%) – Ottava in spolvero per Intesa SP (+2,8%) e Banco Bpm (+3,8%)

Il Ftse Italia Banche chiude la settimana con uno rialzo del 2,7% e al di sotto dell’analogo indice europeo (+3,8%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,5%).

Sul mercato il focus resta da un lato sull’andamento dei contagi da coronavirus nel Mondo (inclusa l’Italia) e sulle misure restrittive per rallentarne la corsa e, dall’altro, sulla prosecuzione della campagna vaccinale, che sarebbe dovuta entrare nel vivo nei prossimi mesi ma che probabilmente subirà degli slittamenti a causa di ritardi nelle forniture, anche se la situazione sembrerebbe migliorare. Ulteriori preoccupazioni derivano dalle varianti del virus e dall’incertezza sull’intensità dell’efficacia dei vaccini su di esse.

In Italia l’attenzione resta sui primi provvedimenti a sostegno dell’economia che prenderà il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi dopo avere ricevuto la fiducia del Parlamento.

In questo scenario, nonostante lo spread Btp-Bund risalito in area 105 pb, il comparto bancario ha archiviato un’ottima settimana.

Sul Ftse Mib brillano Intesa Sanpaolo (+2,8%), che prosegue l’iter per l’incorporazione di Ubi, Banco Bpm (+3,8%), oggetto di indiscrezioni su una possibile soluzione per la questione relativa alla bancassurance con Cattolica e al centro delle attenzioni del mercato in ottica M&A, così come Bper (+2,2%), che sta lavorando nell’ottica del rinnovo del cda.

Bene UniCredit (+4,5%), il cui cda ha approvato la lista per il rinnovo del board e al centro di rumor di M&A, e Mediobanca (+5,2%), su cui circolano rumor sulle possibili mosse di Francesco Gaetano Caltagirone dopo l’ingresso nel capitale, mentre Leonardo Del Vecchio (che potrebbe salire a breve al 15% secondo rumor) ha smentito che ci sia un piano comune con lo stesso Caltagirone, mentre Vincent Bollorè è sceso al 2,1% del capitale.

Sul Mid Cap vendite su Mps (-0,5%), in attesa di capire come il nuovo Ministro dell’Economia, Daniele Franco, vorrà gestire l’iter di privatizzazione, e Creval (-2,7%), con Crédit Agricole che detiene una quota potenziale prossima al 18% del capitale e con il socio Hosking Partners che ha ribadito che il prezzo dell’Opa non è adeguato.

Sullo Small Cap il focus resta su Carige, aspettando novità sulla riammissione in Borsa e sulle intenzioni di Cassa Centrale Banca.