Mps – Allo studio del Tesoro lo spin-off dei rischi legali

Il Tesoro, primo azionista di Mps con il 64,2% del capitale, starebbe prendendo di nuovo in considerazione il progetto di spin-off dei rischi legali in capo alla banca dopo aver accantonato uno schema di garanzia studiato per mesi ma che si è rivelato troppo costoso.

Lo si apprende da Reuters, aggiungendo che il MEF starebbe studiano uno schema di scissione di un compendio aziendale con dentro i rischi legali dell’istituto, opzione già presa in considerazione nei mesi scorsi e che richiederebbe un negoziato con le autorità europee per i profili sugli aiuti di Stato.

Mps ha in capo circa 10 miliardi di potenziali rischi legali, uno dei principali ostacoli al processo di privatizzazione della banca. Tuttavia, dopo l’accordo preliminare annunciato la settimana scorsa con la Fondazione Mps per risolvere i contenziosi in corso, il petitum si riduce di 3,8 miliardi, scendo a 6,2 miliardi.

Inoltre, secondo l’agenzia, il Tesoro e l’istituto toscano sarebbero al lavoro per definire ulteriori accordi per ridurre i potenziali rischi legali sotto i 5 miliardi, per poi trovare una soluzione per la quota rimanente.

Negli ultimi sei mesi il Tesoro aveva esaminato uno schema di garanzia basato sia sull’apporto di operatori privati sia di Sace, società a controllo pubblico attiva nel credito alle esportazioni.

Progetto poi accantonato sia perché comporterebbe un costo eccessivo sia perché non offrirebbe sufficienti garanzie a evitare che l’istituto resti responsabile in solido verso le controparti, in caso di copertura assicurativa insufficiente.

Tornando al futuro della banca senese, un quadro più chiaro lo si potrebbe avere dopo il 30 luglio, quando saranno resi noti gli esiti degli stress test. I rumor riportati da MF parlano di stime moderatamente fiduciose.

L’agenzia Ansa ha riportato un’indiscrezione secondo cui il deficit di capitale potrebbe essere nettamente più basso dei 2,5 miliardi di cui si è parlato. Lo stesso Ceo Guido Bastianini, nel corso di un’audizione in Parlamento nei giorni scorsi, ha indicato che il fabbisogno di capitale prospettico è sceso sotto il miliardo.

Secondo il giornale, se queste stime trovassero un riscontro, le tempistiche per la privatizzazione potrebbero ridursi. Al momento la scadenza resta fissata a fine 2021, come concordato con le autorità europee nel 2017 dopo il via libera al salvataggio.

Intorno alle 10:10 a Piazza Affari il titolo cede lo 0,2% a 1,14 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1,1 per cento.