Servizi Italia ha chiuso il 2021 con ricavi in crescita del 6,9% a 257 milioni. La linea di business lavanolo ha segnato un +7,8% a 195 milioni, i servizi di sterilizzazione biancheria un +1,1% a 18 milioni e la sterilizzazione dello strumentario chirurgico un +5,4% a 43 milioni.
A livello geografico, i ricavi generati nei mercati esteri si attestano a 32,7 milioni (di cui 25,7 milioni relativi all’area Brasile e 7 milioni relativi all’area Turchia) e coprono una quota del 12,7% del fatturato del Gruppo (13,7% nel 2020).
L’Ebitda è aumentato del 12% a 64,9 milioni con una marginalità salita al 25,3% (24,1% nel 2020), mentre l’Ebit è passato da 3,9 milioni a 9,8 milioni.
Il 2021 si è chiuso con un utile netto pari a 7,2 milioni, rispetto ai 2,9 milioni del 2020.
L’indebitamento finanziario netto è diminuito dai 129,6 milioni al 31 dicembre 2020 a 125,7 milioni, includendo l’incasso del prezzo per la cessione del ramo workwear per circa 9,5 milioni, investimenti materiali, primariamente prodotti tessili biancheria da immettere nel processo produttivo, per circa 58,0 milioni nonché il pagamento della quarta rata di prezzo per la società Wash Service S.r.l. per 0,5 milioni, apporti finanziari in società a controllo congiunto per complessivi 2,0 milioni, al pagamento di passività finanziarie diverse per complessivi 1,8 milioni e all’acquisto di azioni proprie per 1,0 milione.
Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, Servizi Italia sottolinea che il gruppo potrebbe essere influenzato in caso di ulteriore volatilità dei prezzi dell’energia, mentre non si individuano rischi di mercato e/o di cambio, poiché il Gruppo non ha transazioni commerciali con i Paesi coinvolti. Anche relativamente al costo dell’energia il rischio potrebbe essere ridotto dalla possibilità di rivalere tale costo sul prezzo finale in relazione alla introduzione, nei contratti di appalto, di clausole di revisione prezzi. L’evolversi della situazione è in continuo monitoraggio da parte del management aziendale.