Eni – Utile netto adj più che quadruplicato a 3,81 mld grazie a scenario favorevole nel 2Q22

Eni ha chiuso il secondo trimestre 2022 con ricavi in crescita del 93,7% a 31,56 miliardi. L’utile operativo adjusted si è attestato a 5,84 miliardi, segnando un +185,6% anno su anno e un +13% rispetto ai tre mesi precedenti grazie al rafforzamento dei prezzi degli idrocarburi, sostenuti dai migliori fondamentali e da un mercato corto del gas naturale, e da margini di raffinazione molto favorevoli.

L’utile netto adjusted è quadruplicato su base annua a 3,81 miliardi, grazie ai significativi maggiori risultati delle JV e collegate (+712 milioni rispetto al secondo trimestre 2021), e al miglioramento del tax rate consolidato. Nel primo semestre il Gruppo ha conseguito un utile netto adjusted di 7,1 miliardi, +5,9 miliardi rispetto al primo semestre 2021.

La variazione del tax rate rispetto al secondo trimestre 2021 riflette un migliore mix geografico degli utili imponibili, gli effetti dello scenario nell’E&P e la migliore redditività delle controllate italiane nel settore downstream e, su base semestrale, anche del midstream.

A livello di singole divisioni, nel secondo trimestre 2022 il segmento E&P ha realizzato un Ebitd adjusted di 4,87 miliardi, in crescita sequenziale dell’11% e più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2021, catturando appieno il miglioramento dello scenario.

La produzione del trimestre è stata pari a 1,58 milioni di boe/giorno, -1% rispetto al secondo trimestre 2021 e in leggera riduzione rispetto al trimestre precedente (1,65 milioni di boe/giorno) per effetto della forza maggiore principalmente in Libia, Nigeria e Kazakhstan.

il settore Global Gas & LNG Portfolio ha riportato una perdita operativa adjusted di 14 milioni (utile operativo di 24 milioni nel 2Q21), in linea con la normale stagionalità del business.

Il business R&M ha registrato un Ebit adjusted di 979 milioni (-12 milioni nel 2Q21) trainato dal significativo rialzo dei margini di raffinazione, ma con prestazioni migliori dello scenario grazie al maggiore tasso di utilizzo degli impianti, all’ottimizzazione delle produzioni, alle azioni di efficienza per ridurre il consumo di gas naturale, nonostante maggiori costi sostenuti per sostituire il greggio russo nei processi di lavorazione delle raffinerie.

Nonostante l’aumento dei costi delle materie prime petrolifere e l’andamento dei costi delle utilities industriali indicizzate ai prezzi del gas, il business della chimica, gestito da Versalis, ha conseguito un risultato positivo di 125 milioni nel secondo trimestre (202 milioni nel 2Q21), rispetto alla perdita di 115 milioni del primo trimestre 2022, grazie alle iniziative di efficienza e di ottimizzazione dei volumi di produzione.

Infine, l’utile operativo di Plenitude ha segnato un +58% su base annua a 112 milioni per effetto delle maggiori produzioni di energia elettrica rinnovabile e dei maggiori prezzi di vendita all’ingrosso, mentre il business Power ha registrato un Ebitd adjusted in calo del 24% per effetto dello scenario meno favorevole, parzialmente compensato dai maggiori proventi da servizi.

Nel secondo trimestre 2022, il flusso di cassa netto adjusted ante working capital al costo di rimpiazzo è stato pari a 5,19 miliardi. Su base semestrale, è stato pari a 10,80 miliardi, più che raddoppiato rispetto al periodo di confronto.

Dopo il finanziamento dei capex organici di 3,44 miliardi, in crescita del 18% rispetto allo scorso anno a causa del rafforzamento del dollaro USA e delle azioni pianificate di recupero post-lockdown e del fabbisogno di capitale circolante, il Gruppo ha ottenuto un free cash flow organico di circa 5 miliardi.

L’indebitamento finanziario netto post IFRS 16 è diminuito a 12,8 miliardi dai 13,99 miliardi al 31 marzo 2022, con un leverage sceso a 0,25x da 0,29x.