Seduta all’insegna del rimbalzo per i principali listini asiatici, in scia alla chiusura positiva di Wall Street.
In Cina, Shanghai guadagna lo 0,6% e Shenzhen lo 0,3%, fa meglio Hong Kong (+1,4%). In Giappone, Nikkei flat e Topix a +0,6%.
Gli operatori sembrano avere digerito le turbolenze del settore bancario degli ultimi giorni, dopo i fallimenti di Silicon Valley Bank e di altri due istituti di credito statunitensi.
Ora l’attenzione torna sulle prossime mosse della Federal Reserve dopo che la lettura dell’inflazione ha consolidato l’aspettativa di un nuovo aumento dei tassi da parte dell’istituto centrale nel vertice del 22 marzo.
A febbraio, infatti, l’indice dei prezzi al consumo Usa ha registrato +0,4% su base mensile, in linea al consensus e dopo il +0,5% di gennaio. Anno su anno la variazione si è attestata, come da attese, al +6% e in rallentamento dal +6,4% del mese precedente.
Il core rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, ha evidenziato un +0,5% su base mensile, leggermente al di sopra della stima degli analisti e del dato precedente, entrambi a +0,4%. Su base annua il dato ha registrato un incremento del 5,5%, in linea al consensus e dopo il +5,6% di gennaio.
Tornando in Asia, sempre sul fronte macro, l’Ufficio di statistica cinese ha rilevato che la produzione industriale nel mese di febbraio è salita del 2,4% su base annua, inferiore alla previsione degli analisti (+2,6%).
Sul forex, l’euro/dollaro sale a quota 1,074 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen raggiunge area 134,8. Tra le materie prime, il petrolio viaggia in rialzo con il Brent a 78,5 dollari (+1,4%) e il Wti a 72,4 dollari al barile (+1,4%).
Tutto questo dopo che ieri, a Wall Street, il Nasdaq ha guadagnato il 2,1%, seguito dallo S&P500 (+1,6%) e dal Dow Jones (+1,1%).